Martedì 12 luglio a Firenze, alle 9.00, all'Accademia dei Georgofili, si svolgerà un convegno su: "La bioeconomia italiana in una prospettiva di economia circolare".

A distanza di quattro anni dall'adozione da parte della Commissione europea di una strategia per una bioeconomia sostenibile (febbraio 2012), l'Accademia dei Georgofili, in collaborazione con Legambiente, il Crea e la Fondazione per il clima e la sostenibilità, e con il patrocinio della Regione Toscana, ha ritenuto opportuno promuovere un convegno nazionale per fare il punto su come in Italia sia stata adottata tale strategia e quale contributo stanno fornendo in tal senso il mondo della ricerca e il sistema imprenditoriale italiano, per il raggiungimento dell'obiettivo comune di un uso più sostenibile delle risorse naturali, inserito nel nuovo paradigma dell'economia circolare.
 
L'Italia, come il resto degli altri Paesi europei, ha infatti bisogno di risorse biologiche rinnovabili per produrre alimenti e mangimi sicuri, ma anche materiali, energia ed altri prodotti più in generale. In tale contesto, occorre sviluppare tecnologie, nuovi processi produttivi e nuovi mercati, nonché creare competitività nei diversi settori della bioeconomia, quali l'agricoltura, la selvicoltura, la pesca, la produzione alimentare, l'industria chimica, biotecnologica e  energetica, ma anche ricercare sempre più l'integrazione tra il mondo imprenditoriale e il mondo della ricerca.

A tale riguardo, si sono aperti, e si stanno aprendo, interessanti opportunità per affrontare queste tematiche, in stretta sinergia tra i due mondi, attraverso il programma europeo "Orizzonte 2020" e soprattutto con il Partenariato europeo per l'innovazione (Pei) e i relativi gruppi operativi, che stanno formandosi in risposta all'attivazione delle specifiche misure previste dai Piani di sviluppo rurale (Psr 2014-2020), che le Regioni e le Province autonome italiane hanno definito.

La necessità di dotarsi di una chiara strategia nazionale per la bioeconomia, fondata anche su casi di studio concreti da prendere come modello di riferimento e su cui attivare politiche di sviluppo sostenibile in sinergia con i territori e con le loro specificità, è divenuta ormai una priorità non più rinviabile.

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