Mettere in tavola alimenti autentici - cioè affidabili, sicuri, di indiscussa origine e genuini - è un’esigenza sempre più pressante per i consumatori e una sfida ineludibile per l’agroalimentare italiano, che fa della sua riconoscibilità un valore aggiunto. A tal fine, il Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, con le sue strutture di ricerca, lavora per mettere a punto metodiche analitiche innovative, che permettano non solo di avere certezze su ciò che si consuma, ma anche di migliorare continuamente gli standard qualitativi dei prodotti alimentari.

L’incontro “Chi ricerca trova: le soluzioni tecnologiche per la Carta di Milano”, organizzato oggi dal Crea ad Expo, nell’ambito dei Giovedì della ricerca, è stato una importante occasione di confronto e scambio tra operatori del settore pubblici e privati, impegnati sul fronte della lotta alle contraffazioni e del controllo qualità per supportare chi deve svolgere questo non facile compito - sia esso il produttore, l’industria alimentare o il legislatore -. Basti pensare alla continua differenziazione di ingredienti e prodotti che arrivano sugli scaffali di negozi e supermercati o al preoccupante e crescente fenomeno dell’ “italian sounding”, per comprendere il contributo che ricerca e innovazione possono dare per garantire certezza sia chi produce sia a chi consuma.

In particolare, i ricercatori Crea hanno illustrato le ultime novità relative ad autenticità e sicurezza sia dei prodotti lattiero-caseari sia del vino nonché quelle in tema di tracciabilità per la filiera Ogm free. Nel caso del grasso da latte, per esempio, una più dettagliata caratterizzazione chimica, ha consentito di individuare la presenza di costituenti biofunzionali e di riabilitare, almeno parzialmente, un componente ingiustamente colpevolizzato, valutandone anche la genuinità. Accanto a questi, inoltre, sono state identificate anche molecole utili al riconoscimento dei territori di origine del latte e derivati, essenziali per la definizione dell’autenticità.

Il Crea è inoltre all’avanguardia in enologia per le analisi isotopiche, finalizzate alla ricerca di alcune sofisticazioni come lo zuccheraggio, (ossia l’aggiunta di zuccheri di natura diversa da quelli naturalmente presenti nell’uva) e/o l’annacquamento, nonché all’individuazione della zona di provenienza di un vino. Grazie a queste metodiche il controllo può essere effettuato non più solo a monte della produzione, ma anche sul prodotto finito, pure dopo molti anni.

Ha chiuso i lavori Michele Pisante, commissario delegato Crea, che ha affermato: “Ricerca e innovazione, ma anche trasferimento tecnologico e adattamento alle diverse condizioni operative, rappresentano le direttrici su cui il Crea sviluppa la strategia per salvaguardare identità, autenticità e garanzia del made in Italy agroalimentare. L'impegno è rivolto a valorizzare la competitività delle nostre produzioni di qualità sui mercati internazionali, con l'obiettivo ulteriore di redistribuire un equo profitto ai diversi livelli della filiera”.
 
 

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