37,5 miliardi all'Italia. Questa è la cifra dei pagamenti diretti e per lo sviluppo rurale riservati all'agricoltura italiana per il periodo 2014-2020 - con una certa flessibilità data alle autorità italiane per questi due capitoli. I fondi verranno stanziati secondo le linee guida stabilite a livello europeo: sostegno all'occupazione, sostenibilità, modernizzazione, innovazione e qualità. Il Fondo per lo sviluppo rurale sostiene azioni ambientali ulteriori rispetto a quelle obbligatorie, anche in materia di qualità delle acque.
27 miliardi di pagamenti diretti. Tre le pratiche incoraggiate dalla nuova Pac con un finanziamento fino al 30 per cento: la diversificazione delle colture, la conservazione di prati da pascolo e il mantenimento del 5 per cento delle aree di un certo interesse ecologico (o misure con un simile beneficio ambientale).
10,4 miliardi per lo sviluppo rurale. Dei programmi previsti a questo fine, 21 saranno definiti a livello regionale e 2 a livello nazionale, nel dettaglio la Rete rurale nazionale italiana (RRN) e il Programma di nazionale sulla gestione del rischio idrico e della biodiversità. Le priorità dell'Italia saranno la ricerca e sviluppo, aumentare la trasmissione di conoscenze e l'innovazione, insieme a una specifica attenzione alla digitalizzazione per migliorare l'accesso all'informazione delle aree rurali.
Solo gli agricoltori realmente attivi potranno beneficiare di questi sussidi e un'attenzione particolare sarà prestata ai giovani che riceveranno un incentivo supplementare alla professione del 25 per cento durante i primi 5 anni di attività.
Uno sguardo al passato: 40,5 miliardi all'Italia per la Pac 2007-2013. Questo è stato l'ammontare dei finanziamenti europei all'agricoltura italiana nel precedente periodo, comprensivi di pagamenti diretti, misure di mercato e sviluppo rurale. Prendendo come riferimento il 2012, in un anno ben 1,2 milioni di agricoltori italiani hanno ricevuto oltre 4 miliardi di euro in pagamenti diretti, il 64 per cento dei quali sotto i 1.250 euro. Tra i settori che ne hanno maggiormente beneficiato, troviamo quello vinicolo, ortofrutticolo e dell'olio d'oliva. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, sempre nel 2012, oltre 16.500 giovani agricoltori hanno iniziato un'attività con un investimento (pubblico e privato) di 0,8 miliardi di euro.
Le critiche: Pac non abbastanza green. Alle critiche delle associazioni ambientaliste sul depotenziato accento al greening posto dalla versione finale della nuova Pac, fa eco una relazione della Corte dei Conti europea che evidenzia come la Politica agricola comune non fa ancora abbastanza per il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di acque. Secondo la relazione, gli strumenti della condizionalità, cioè il meccanismo che subordina la concessione di alcuni pagamenti della Pac al rispetto di specifici requisiti ambientali, e i finanziamenti del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, hanno permesso sì di conseguire progressi ma troppo deboli rispetto alle ambizioni di partenza della Politica agricola comune.
De Castro: "Bene, ma c’è ancora molto da fare". Secondo il presidente uscente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, "abbiamo sensibilmente migliorato il testo, avvicinando la riforma alle esigenze dei paesi mediterranei, dando nuova centralità e risorse al lavoro e all’impresa e sostenendo solo i veri agricoltori. Ma c’è ancora molto da fare”.