"L’inchiesta di Siena che ha portato al sequestro di oltre 8 milioni di chili di olio d'oliva ottenuto da illecita miscelazione con materie prime di categoria inferiore o con altra provenienza geografica svela il “mistero” - sostiene la Coldiretti - delle tante anomalie che si trovano sul mercato dove occorre diffidare di quegli olii che sono venduti a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive. L’arrivo di olio di oliva straniero in Italia ha raggiunto il massimo storico di 584mila tonnellate e ha superato la produzione nazionale, in calo nel 2011 a 483mila tonnellate. ll risultato del sorpasso è il fatto che oggi la maggioranza delle bottiglie di olio proviene da olive straniere senza che questo sia sempre chiaro ai consumatori ma - ha precisato la Coldiretti - si assiste anche a una forte riduzione della qualità dell’olio in vendita, oltre che a una pericolosa proliferazione di truffe e inganni. L’Italia è il primo importatore mondiale di olio che per il 74 per cento - continua Coldiretti - viene dalla Spagna, il 15 per cento dalla Grecia e il 7 per cento dalla Tunisia, proprio i Paesi coinvolti dalla truffa scoperta a Siena".
Gli oli di oliva importati in Italia vengono infatti mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri dove sono state esportate 364mila tonnellate nel 2011. Sotto accusa è anche la mancanza di trasparenza visto che quattro bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia contengono miscele di diversa origine, per le quali è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate, secondo una indagine della Coldiretti. E questo nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile.
"Per questo è importante - conclude la Coldiretti – approvare prima della fine della legislatura le norme sull’etichettatura trasparente contenute nella proposta di legge salva-olio Made in Italy".
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Fonte: Coldiretti