Diciassette perquisizioni, altrettanti indagati e sei attività commerciali coinvolte, più di settemila litri di olio sequestrati per un valore di oltre 500.000 euro: sono numeri imponenti quelli dell'ultima operazione dei Nas di Firenze con la sezione di Polizia giudiziaria dei carabinieri di Pistoia e l'Istituto controllo qualità repressione frodi del Mipaaf.

Durante l'operazione, che ha interessato Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna, sono stati sequestrati circa 2.500 litri di olio di oliva privi di tracciabilità, 5.000 litri di olio contraffatto contenuti in silos ed alcune materie prime per la sofisticazione del prodotto. Una quantità di sostanze, tra cui clorofilla e betacarotene, sufficiente a immettere in commercio circa 500 mila litri di olio extra vergine di oliva contraffatto. Agli indagati è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio consistente nell'adulterazione e contraffazione di olio extra vergine di oliva.

Un trionfo che porta il nome di etichettatura. "La legislazione italiana in materia di etichettatura degli oli di oliva è molto più avanzata e garantista nei confronti dei consumatori rispetto a quella europea, che deve essere invece migliorata" nota Massimo Gargano, presidente dell'Unaprol.

 

Coldiretti: 'Troppe anomalie sui mercati'

Quella del maxi sequestro è un'ottima notizia per il mondo dell'extra vergine, sempre più sospeso tra luci e ombre: se da una parte è un fiore all'occhiello dell'agroalimentare e un ambasciatore del made in Italy nel mondo, dall'altra i produttori non se la passano affatto bene.

"Il prezzo pagato agli agricoltori per il vero olio di oliva è crollato del 30 per cento - rileva il presidente della Coldiretti Sergio Marini - anche per effetto degli inganni e delle frodi che danneggiano il settore e colpiscono produttori e consumatori". E questo "nonostante il fatto che i consumi di extravergine delle famiglie sono aumentati del 4,2 per cento nel 2012 e la produzione nazionale si è ridotta addirittura del 6 per cento nell'ultima raccolta".

"L'operazione dei Nas dei carabinieri - sostiene Marini - svela il 'mistero' delle tante anomalie che si trovano sul mercato, dove occorre diffidare da quegli oli che sono venduti a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive". 

 

Cia: 'Tolleranza zero contro i pirati dell'olio'

"L'economia dell'inganno strangola l'agricoltura italiana - rincara la dose il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi - Solo all'olio extravergine d'oliva le truffe e le sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l'anno".

Considerando che in Italia si producono tra i 4 e i 5 milioni di quintali di olio extravergine e se ne commercializzano circa 8-9 milioni di quintali, "almeno la metà dell'olio extravergine imbottigliato nel nostro Paese non è italiano - fa notare Politi - e probabilmente neppure vero extravergine".

"La presenza di grandi quantità di oli lampanti e deodorati venduti a cifre irrisorie è diventata un dramma per i nostri agricoltori  - spiega il presidente della Confederazione - perché determinano il crollo dei prezzi delle olive, con conseguenze gravissime sui redditi degli olivicoltori". 

Politi auspica quindi "tolleranza zero" verso i pirati dell'olio, con un aumento dei controlli e un insaprimento di sazioni e pene per "proteggere le aziende sane del nostro Paese e l'intero comparto olivicolo, che - conclude il presidente - è di primaria importanza per la nostra economia".

 

Produttori in difficoltà

Confagricoltura parla di un "quadro generale di forte sofferenza" per l'olivicoltura italiana, spiegando: "Nonostante l'immagine di cui gode il prodotto made in Italy per la sua alta qualità, la produzione della penisola scivola sugli alti costi e non riesce a raccogliere la sfida della competitività. La consolidata cultura dell'olio di oliva, le campagne promozionali che diffondono il prodotto anche nelle aree non tradizionalmente consumatrici, con una crescita media dell'1% all'anno, non compensano l'aumento dell'offerta e apportano poco beneficio".

 

Riflettori puntati sul Senato

Ma se la prima linea passa da campi e frantoi, la battaglia in favore del vero extravergine made in Italy si combatte anche a colpi di leggi e decreti. 

"Il ddl sulla tutela dell'extra vergine può essere approvato dal Senato entro giugno". Lo ha affermato la senatrice del Pd Colomba Mongiello che oggi, prima firmataria insieme a Paolo Scarpa Bonazza Buora (Pdl) del disegno di legge bipartisan. Si tratta, come spiega Mongiello, "di un testo, condiviso con le associazioni del settore, che prevede un'etichettatura più chiara, leggibile e trasparente, l'inasprimento delle pene per i delitti di contraffazione, l'attribuzione di maggiore valore legale ai panel test, la maggiore tracciabilità delle miscele".