"Altro che olimpiadi o maratone. Altro che gente o confusione. Quassù altro che navigatore. C'è qualcosa che mi porta, la mia naturale migrazione, tiene in viaggio la mia vita".
Questo è l'incipit di una canzone bandiera di Biagio Antonacci, dal titolo "Migrazione". Una canzone che deve aver ispirato il noto cantante italiano anche nella vita di tutti i giorni, vista l'improvvisa sterzata verso il verde, l'ambiente e l'agricoltura che gli ha recentemente dato. Dopo il giro di boa dei quarant'anni, è noto, in molti fanno un serio bilancio della propria esistenza. Alcuni proseguono imperterriti sulla strada fin lì intrapresa. Altri vanno in India a cercare se stessi. Altri ancora, come Biagio Antonacci, recuperano il vecchio casale di famiglia a Bertinoro, in provincia di Bologna, e lo riattano per ottenerne ancora produzioni agricole come quelle che il nonno raccoglieva faticosamente nel secolo scorso. Biagio Antonacci si racconta così sul nuovo settimanale di RcS, "Sette Green", al cui primo numero presterà anche il volto per la copertina. In una recente intervista il Biagio Nazionale spiega infatti la svolta verde che lo ha fatto avvicinare a nuovi criteri di ecosostenibilità e di naturalità della vita. Criteri che lo hanno di fatto portato ad allargare i propri orizzonti, guardando al di là dei soliti tweeter e dei soliti woofer delle casse da concerto. E così Biagio, tra un concerto e una sala di registrazione, vuole ora occuparsi direttamente anche della coltivazione dei campi.
Simone Cristicchi, altro cantante italiano noto per le sue interpretazioni provocatorie e ironiche, cantava anni fa "Vorrei cantare come Biagio Antonacci". Chissà allora se a questo punto non siano in molti a voler seguire il nostro Biagio anche tra lattughe e pomodori, oltre che nei vocalizzi?