"Il settore non avrà più gli aiuti previsti dai vecchi accordi: la produzione sarà disaccoppiata dall'incentivo ad ettaro diretto, con la conseguenza che il produttore potrà ricevere l'incentivo anche se decidesse di produrre una qualsiasi altra coltivazione meno dispendiosa e rischiosa del pomodoro".
Interviene così Nicola Benatti, Settore ortofrutticolo trasformati della Regione Emilia-Romagna, nella partita che riguarda il pomodoro da industria e la prossima campagna 2011

"L'accoppiamento sarà legato al mercato e non più alla coltivazione.
Ribadiamo comunque che la volonta è quella di mantenere la presenza di parametri qualitativi che premino il produttore. E' evidente che, per guardare al futuro con ottimismo, l'intera filiera dovrà rinnovarsi e cercare un'autoregolamentazione volontaria.
In quest'ottica la creazione di distretti può essere determinate per unire i soggetti della filiera, per avere regole chiare ed univoche e per ottenere accordi vantaggiosi".

Intanto, nella riunione tenutasi a Parma presso la sede del Distretto del pomodoro da industria del Nord,  l'accordo di settore non è stato raggiunto.

Il 2011 sarà il primo anno senza aiuti accoppiati direttamente al pomodoro: solo l'agricoltore che ha aquisito negli anni 2004, 2005 e 2006 il titolo alla coltivazione potrà ricevere un contributo ad ettaro indipendentemente da cosa coltiva scegliendo però tra le colture eleggibili e rispettando la condizionalità.
Si prospetta inoltre un aumento del prezzo di riferimento (nel 2010 era di circa 70,00 centisimi) per cercare di invogliare gli agricoltori alla coltivazione del pomodoro visto che non saranno più previsti gli aiuti accoppiati. Questo però porterà a diversi problemi visto che le previsioni non appaiono rosee per questo mercato creando tensioni e difficoltà. Il tutto sarà attuabile per la campagna 2011 e 2012 in vista delle nuove regole che entreranno in vigore nel 2013 con la nuova Pac su cui si sta ancora lavorando.

 

Verso un distretto del Sud

Dalla Cia, riunita a convegno a Foggia, arriva la proposta per la creazione di un Distretto agroalimentare del Sud, a carattere interregionale, "che diventi l’ambito entro il quale i soggetti della filiera si incontrano, si scambiano esperienze e colgono insieme le opportunità del mercato", ha sottolineato il presidente della Confederazione, Giuseppe Politi.

Politi ha poi rimarcato l’urgenza di un progetto che "apra nuove prospettive ad un settore che oggi nel Sud vive un momento particolarmente delicato", con problemi che vanno affrontati con tempismo e azioni adeguate Anche perché il 2010 è stato l’ultimo anno del periodo transitorio di disaccoppiamento parziale degli aiuti comunitari.
"Con il nuovo anno - ha sottolineato la Cia - il settore navigherà in mare aperto, senza più alcun sostegno diretto alla trasformazione della materia prima e ciò comporterà gradualmente nuovi assetti organizzativi della filiera. Per questa ragione è indispensabile operare per la stabilità della filiera, soprattutto se si pensa che lo spirito del disaccoppiamento totale risiede proprio in una maggiore libertà, per l’imprenditore, di decidere quale ordine colturale scegliere per la propria azienda in base alle convenienze che trova sul libero mercato".