Ogni anno i viticoltori trascorrono lunghe giornate sul proprio trattore, andando avanti e indietro tra i filari per concimare, potare, rincalzare, trattare... un lavoro ripetitivo, stancante, ma anche molto delicato, dovendo mantenere sempre il mezzo al centro del filare e tenere d'occhio l'attrezzo agganciato posteriormente. Un lavoro che la tecnologia sta rivoluzionando, come ci racconta Davide Rossi, enologo della Cantina Enrico Crola di Mezzomerico (Novara), che ha adottato la guida VLN, Vision Lane Navigation, di Cobo e che ora scalpita per provare le nuove funzioni di intelligenza artificiale sviluppate dall'azienda.
L'adozione della guida VLN nasce dall'esigenza di ridurre lo stress dell'operatore e aumentare la precisione durante le operazioni in vigneto, soprattutto nelle fasi più critiche della stagione. "Quando Cobo ci ha proposto di installare il sistema sui nostri trattori, non hanno fatto in tempo a finire la frase che avevo già detto sì", racconta Davide Rossi. "Non è un semplice aiuto alla guida, ma è l'inizio di qualcosa di ben più grande".

Il sistema VLN installato nella cabina del trattore
(Fonte foto: Cobo)
Il sistema si basa su una telecamera montata in cabina che riprende costantemente l'ambiente davanti al trattore. Le immagini sono inviate ad una centralina con processore NVIDIA che riconosce il filare e attiva la guida assistita, controllata da un volante elettrico. L'operatore deve solo attivare il sistema con un interruttore. Una volta entrato nel filare, il trattore si muove in autonomia, lasciando a chi è alla guida la possibilità di concentrarsi sulle operazioni da svolgere, come la gestione della trinciatrice sottofila.
"La formazione? È durata dieci minuti", spiega Rossi. "Il sistema è così intuitivo che dopo la prima accensione ero già operativo. Non ci sono da caricare mappe o fare tracciati: il trattore riconosce da solo l'ambiente e prende il comando". Oltre alla vigna, il sistema si adatta facilmente a tutti quegli ambienti dove c'è una linea da seguire, come frutteti, vivai e serre.
Gli agricoltori cambiano prospettiva
L'adozione della guida VLN da parte della Cantina Enrico Crola è solo uno dei tanti segnali che indicano un cambio di paradigma in corso nel mondo agricolo. Se fino a pochi anni fa l'innovazione era vista con cautela, oggi cresce nelle aziende agricole italiane una nuova consapevolezza del valore dei dati e delle tecnologie digitali, come documentato dall'Osservatorio Smart AgriFood, School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise, Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia, di cui Cobo e Image Line® sono partner.

Si modificano le esigenze degli agricoltori nei confronti dell'innovazione digitale, evidenziando una nuova consapevolezza
(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)
Tra le oltre cinquecento aziende intervistate che utilizzano almeno una soluzione 4.0, le priorità stanno cambiando rapidamente. Al primo posto c'è il desiderio di migliorare la capacità previsionale, aumentare il controllo e la gestione dell'azienda e ridurre malattie, infestanti e parassiti. Sono esigenze che parlano la lingua della gestione strategica e della sostenibilità, finalizzate ad avere produzioni di qualità.
"Non vogliamo più solo sapere cosa è successo in vigneto, ma perché è successo e cosa accadrà domani", spiega Rossi. "Sapere se quel grappolo ha preso un colpo di sole o se sta per arrivare una fitopatia ha un valore inestimabile".
Accanto a questo cambio di mentalità, si afferma anche una maggiore attenzione alla pianificazione delle attività aziendali, alla consapevolezza dei propri processi interni e, in misura minore, all'ottimizzazione degli input tecnici e delle macchine. Si sta andando dunque verso una agricoltura fatta da agricoltori informati, che vogliono strumenti capaci di fornire informazioni affidabili in tempo reale.
Il trattore diventa una piattaforma intelligente
Il sistema VLN non è solo una guida automatica, ma una vera piattaforma di intelligenza artificiale. La stessa telecamera che guida il mezzo può essere utilizzata per rilevare ostacoli, distinguere persone, animali o oggetti e, grazie a ulteriori sensori laterali, osservare la vegetazione durante i normali passaggi in vigna.
In collaborazione con startup e centri di ricerca, Cobo sta lavorando su funzionalità avanzate in diversi ambiti dell'agricoltura, a livello ad esempio di monitoraggio dello stato vegetativo e riconoscimento precoce delle malattie. In viticoltura, in particolare, si sta sperimentando il conteggio dei grappoli e la mappatura della produzione. Un sistema che, col tempo, potrebbe anche abilitare la distribuzione a rateo variabile di fertilizzanti o fitosanitari, ottimizzando gli input in base alla reale necessità delle piante.
"Una volta che ho dei sensori che raccolgono dati dalla vigna e un processore adatto a far girare a bordo del trattore degli algoritmi di intelligenza artificiale, i limiti allo sviluppo di nuove soluzioni crollano", racconta Fausto Brocchi, Business developer Smart Farming di Cobo. "Il trattore diventa così una piattaforma semiautonoma, che si muove in campo e monitora costantemente la vigna, fornendo al viticoltore informazioni di elevato valore".

Tra i due fari superiori è ben visibile la telecamera di Cobo
(Fonte foto: Davide Rossi, Cantina Enrico Crola)
L'intelligenza artificiale prende campo
Il potenziale di queste tecnologie è enorme, come conferma anche un altro dato dell'Osservatorio Smart AgriFood: tra le sessantaquattro applicazioni di intelligenza artificiale nel settore agroalimentare censite, ben il 30% riguarda la gestione delle attività di campo, mentre al primo posto c'è la gestione della qualità e della sostenibilità di prodotto e filiera. Al terzo posto, invece, si colloca la protezione delle colture (25%). Ancora più giù il monitoraggio del suolo e dei parametri ambientali.

La gestione della qualità e della sostenibilità di prodotto e filiera è al primo posto
(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)
Le applicazioni dell'intelligenza artificiale nel settore agricolo sono più complesse da sviluppare rispetto a quelle in ambito industriale, anche nel settore agroalimentare. Sarà tuttavia il campo a beneficiare di più dall'avvento dell'intelligenza artificiale. La complessità che si nasconde dietro un vigneto o un campo di mais è estremamente più elevata rispetto a quella che caratterizza una linea produttiva in fabbrica. E sono proprio gli strumenti di intelligenza artificiale ad avere il potenziale di gestire sistemi complessi.
Le ragioni del successo
Ma qual è la chiave del successo della guida VLN e, potenzialmente, delle altre soluzioni basate sull'intelligenza artificiale? "Semplicità, efficienza e integrazione", risponde Brocchi. "Il sistema, infatti, non stravolge il modo di lavorare di Davide, ma si adatta al flusso operativo dell'azienda, rendendolo più preciso e sicuro. Inoltre, si integra facilmente con altre piattaforme".
La forza della proposta di Cobo risiede in una value proposition costruita su tre assi portanti, che rispondono in modo diretto ai bisogni reali degli agricoltori. Il primo è la precisione e l'efficienza operativa: grazie alla guida assistita basata su visione artificiale, l'operatore può concentrarsi sull'attrezzo al lavoro e non sulla direzione del mezzo, riducendo l'affaticamento e migliorando la qualità dell'intervento. Il secondo è la sicurezza e l'accessibilità, garantite da una interfaccia semplice, che non richiede programmazione di percorsi o competenze specialistiche: la macchina si attiva automaticamente quando riconosce il filare e si disattiva quando questo termina.
Il terzo pilastro, forse il più strategico, è il valore del dato: la piattaforma VLN non è solo un sistema di guida, ma un centro di raccolta e analisi delle informazioni grazie all'intelligenza artificiale integrata. Dati agronomici, operativi e predittivi diventano così parte del patrimonio informativo aziendale, aprendo la strada a una gestione più consapevole e sostenibile.
Le barriere? Si superano con i risultati
Nonostante i vantaggi evidenti, l'adozione di queste tecnologie non è ancora diffusa come potrebbe. "Alcune aziende sono ancora restìe, forse per pregiudizio o perché l'intelligenza artificiale fa ancora un po' paura", spiega Brocchi. "Ma appena vedono che il sistema funziona, che è affidabile, semplice e porta benefici concreti, il passaggio è naturale".
Del resto, trovare manodopera specializzata è sempre più difficile e queste soluzioni permettono anche a operatori meno esperti di lavorare in sicurezza ed efficienza. E anche il passaggio generazionale faciliterà la diffusione di tecnologie smart, che saranno sempre più presenti nel tessuto imprenditoriale italiano, che a sua volta sarà fatto di aziende sempre più grandi e professionali.































