A dispetto della flessione del prezzo dei suini da macello, la redditività degli allevamenti aumenta.

Una contraddizione solo apparente, motivata dal contemporaneo calo dei costi di alimentazione degli animali, grazie alla contrazione dei prezzi delle principali materie prime destinate alla produzione di mangimi.

 

È quanto mette in evidenza l'analisi degli andamenti di mercato nel mese di giugno curata dal Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza diretto da Gabriele Canali.

 

Ciclo chiuso

In giugno l'indice Crefis per gli allevamenti a ciclo chiuso registra un aumento del +1,5% a livello congiunturale; il raffronto con il dato dello stesso periodo del 2022 resta molto favorevole: +33,3%.

Il miglioramento dell'ultimo mese, come anticipato, è dovuto al calo dei costi per le materie destinate all'alimentazione suina, risultato più forte della flessione dei ricavi per la vendita dei capi da macello pesanti; oltre agli oneri elevati sostenuti a inizio ciclo produttivo per l'acquisto dei suinetti.

Infatti, il mercato dei capi da macello pesanti destinati al circuito tutelato, a giugno, ha segnato un calo delle quotazioni medie mensili dell'1,8% il che ha portato il valore a 2,096 euro/kg; la variazione tendenziale resta comunque positiva e pari a +26%.

 

Ciclo aperto

Anche la fase di svezzamento – nella tipologia di allevamento a ciclo aperto – mostra redditività in aumento: l'indice Crefis registrato a giugno è pari a +2,2% mese su mese (+42% la variazione tendenziale).

Ciò è dovuto sostanzialmente al calo dei prezzi degli alimenti suini in quanto la quotazione dei capi da 7 Kg, sempre nel mese di giugno, resta ferma a 70,430 euro/capo (+30% il raffronto con i valori dello scorso anno).

 

Anche per la fase di accrescimento la redditività a livello congiunturale aumenta dello 0,8% (+39,3% a livello tendenziale), nonostante il prezzo medio mensile dei suini da 30 Kg sia sceso in giugno a 4,543 euro/kg: -0,6% su base mensile, ma +42% su base annua.

 

La fase di ingrasso, sempre a giugno, mostra, a livello congiunturale, una stabilità dell'indice di redditività che è sostenuto, anche in questo caso, dal calo dei prezzi delle commodity per l'alimentazione suina.

Resta comunque ampiamente favorevole il raffronto con la situazione del 2022: la variazione tendenziale è pari a +33,3%.

 

Macellazione

Il mercato della macellazione, a giugno, segna una flessione nei prezzi medi mensili.

Più specificatamente, per le cosce fresche della tipologia pesante destinate a produzioni tipiche, la quotazione nel mese preso in esame risulta pari a 6,008 euro/kg (-1% la variazione congiunturale).

Resta favorevole la variazione rispetto allo scorso anno: +12,2%.

Anche le quotazioni delle cosce fresche della tipologia pesante destinate a produzioni non tipiche, sempre a giugno, sono in calo dello 0,8%, scendendo a 5,050 euro/kg; positiva la variazione tendenziale (+7,9%).

 

Buon momento invece per le quotazioni dei lombi, trainati dal tipico aumento stagionale dei consumi: il Taglio Padova fa registrare un aumento del 2,7% (4,340 euro/kg il valore medio mensile); il Taglio Bologna cresce del 7,3% (4,240 euro/kg il prezzo medio mensile).

Sempre per i lombi, positive anche le variazioni tendenziali rispettivamente pari al +17,9% e +28,5%.

Sul lato della redditività il comparto, a giugno, segna un moto positivo a livello congiunturale mostrando l'indice Crefis a +1,6%, ma la tendenza rispetto allo scorso anno è ancora sfavorevole (-8%).

 

Stagionatura

Andamenti eterogenei a giugno per i prezzi del comparto della stagionatura dei prosciutti crudi.

Il Prosciutto di Parma a 12 mesi ha mostrato una quotazione media mensile ferma a 10,700 euro/kg; la variazione tendenziale resta positiva e pari a +6,5%.

Mentre la quotazione del prosciutto stagionato non tipico ha guadagnato a giugno l'1,1% su base mensile, raggiungendo i 8,340 euro/kg (+21,8% la variazione tendenziale).

 

Situazione simile per la redditività: il prosciutto Dop stagionato 12 mesi sconta la stabilità dei prezzi del periodo e i costi elevati di approvvigionamento delle cosce fresche a inizio stagionatura, perdendo così l'1,4% su base mensile.

Al contrario la redditività del prosciutto generico viene, seppur lievemente, favorita dall'aumento congiunturale dei prezzi e mostra a giugno l'indice Crefis a + 0,3% su base mensile ma il dato tendenziale è negativo (-1,2%).

Resta comunque a favore del prodotto tutelato il differenziale di redditività tra le due tipologie di prosciutti: +20,8%.