Per gli allevamenti suini il nuovo anno si è aperto con un'ulteriore flessione del prezzo dei capi da macello pesanti, che fa seguito al calo già registrato nel dicembre del 2022.

A dircelo sono i dati diffusi dal Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza diretto da Gabriele Canali.

In conseguenza di questa situazione di mercato per l'allevamento a ciclo chiuso la variazione congiunturale della redditività di gennaio è stata pari a -1,9%.

Anche il confronto con i valori dello stesso periodo dello scorso anno è negativo e pari a -0,7%.

 

Come accennato, a gennaio la quotazione dei suini da macello della tipologia pesante destinati al circuito tutelato è calata del 3,4% rispetto al mese precedente, fermandosi a 1,930 euro/kg.

Nonostante questo andamento la variazione tendenziale resta molto positiva con valori attorno al +23%.


Il ciclo aperto

Considerando l'attività allevatoriale a ciclo aperto, sempre a inizio anno, si rileva il favorevole andamento della redditività della fase di svezzamento, con l'indice Crefis che, mese su mese, segna +7%.

Questo risultato è dovuto all'aumento dei prezzi dei suinetti da 7 kg (output finale della fase di svezzamento) che hanno raggiunto, a gennaio, un valore di 67,643 euro/capo (+5,5% rispetto al mese precedente e +26,2% la variazione a livello tendenziale) e anche al rallentamento dei prezzi delle materie prime per l'alimentazione suina.

 

Per quanto riguarda la successiva fase di accrescimento, sempre nel periodo preso in esame, si riscontra invece un indice di redditività congiunturale in calo (-2%) a causa dell'aumento del costo dei suinetti da 7kg e nonostante l'andamento favorevole delle quotazioni dei capi da 30 kg (3,661 euro/kg), aumentate del 4,8% rispetto al mese precedente e del 33% rispetto allo scorso anno.

Remuneratività in aumento anche dal punto di vista tendenziale: +7,2%.

 

Nel primo mese dell'anno scende anche la redditività mese su mese della fase di ingrasso (-2,1%), diminuzione dovuta da una parte al calo delle quotazioni dei suini da macello pesanti e dall'altra all'aumento dei prezzi dei capi d'allevamento.

In leggera crescita la variazione tendenziale (+0,7%).


I macelli

Il mercato dei prodotti della macellazione, in gennaio, presenta andamenti differenti per tipologia di prodotto.

I prezzi delle cosce fresche pesanti destinate a produzioni tipiche hanno raggiunto i 5,880 euro/kg, con un lieve aumento a livello congiunturale (+0,3%) e più sostenuto a livello tendenziale (+17,3%).

In discesa invece le quotazioni delle cosce fresche, sempre della tipologia pesante, destinate a produzioni non tipiche che hanno mostrato a gennaio un prezzo di 5,020 euro/kg (-0,4% la variazione mese su mese).

 

Resta positiva la variazione tendenziale, pari a +19,2%. In calo anche i prezzi dei lombi che sono diminuiti del 9% rispetto al mese precedente, attestandosi a 3,550 euro/kg sia per il lombo taglio Padova che per quello taglio Bologna.

Le variazioni tendenziali restano positive per entrambi i prodotti e rispettivamente al +6,8% e +8%.

Sul fronte della redditività, il calo dei costi dei capi da macello e l'aumento dei prezzi di alcuni tagli di carne ha portato l'indice Crefis a un aumento mese su mese dell'1%; resta ancora negativa, invece, la variazione tendenziale: -3,3%.


La stagionatura

Stabili a gennaio i prezzi dei prodotti stagionati.

Il valore del Prosciutto di Parma pesante stagionato 12 mesi è risultato fermo a 10,475 euro/kg.

Il confronto con i valori dello stesso periodo dell'anno scorso è ancora favorevole e pari al +12,6%.

Confermato anche il prezzo del prosciutto stagionato pesante non tipico a 7,450 euro/kg; anche in questo caso la variazione tendenziale è positiva (+18,7%).

Per il comparto della stagionatura, il maggior costo sostenuto a inizio del periodo di attività per l'acquisto delle cosce fresche ha causato una flessione della redditività.

 

L'indice Crefis riguardante il Prosciutto di Parma pesante stagionato 12 mesi a gennaio segna una variazione congiunturale del -2% e tendenziale del -14,2%.

Andamento pressoché uguale per il prodotto non tutelato della tipologia pesante che, sempre a gennaio, mostra una variazione negativa mese su mese del 1,7% e un dato tendenziale del -8,6%.
Questa dinamica non modifica però il dato sul differenziale di redditività tra le due tipologie di prodotto stagionato che, per la tipologia pesante, pur con un valore in ridimensionamento, resta ancora a favore del prosciutto tutelato: +31,3%.