Scende il prezzo dei suini da macello pesanti e l'allevamento suinicolo a ciclo chiuso fa registrare anche in dicembre una caduta dell'indice congiunturale di redditività.

È quanto emerge dalle analisi del Crefis, il Centro Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.

La quotazione media mensile dei capi del circuito tutelato è infatti scesa del 2,5% rispetto al periodo precedente, fermandosi a 1,998 euro/kg.

L'indice di redditività di dicembre, nonostante il vantaggioso andamento dei prezzi degli alimenti animali, subisce così una flessione dell'1,3% rispetto al mese precedente.

Una nota positiva riguarda però la variazione tendenziale (anno su anno) che rimane molto favorevole (+21%).


Ciclo aperto

Sempre riguardo all'allevamento suinicolo, analizzando le varie fasi del ciclo aperto, si nota che solo lo svezzamento a dicembre mostra un andamento positivo: l'indice Crefis di redditività si attesta a +12,6% mese su mese e a +22% su base annua.

Ciò grazie alle quotazioni dei suinetti da 7 kg (output finale di questa fase) che nel mese preso in esame hanno raggiunto i 64,120 euro/capo (+11,7% rispetto a novembre e +41,2% rispetto al dicembre 2021).

 

La redditività della fase di accrescimento resta sostanzialmente stabile dal punto di vista congiunturale (-0,1%), mantenendosi però in territorio decisamente positivo a livello tendenziale (+22,1).

A pesare è stato il consistente aumento del costo dei capi da allevamento che ha annullato il beneficio della crescita delle quotazioni dei capi da ingrasso.

I suini da 30 kg hanno infatti raggiunto un prezzo medio di 3,492 euro/kg con un incremento mensile dell'1,6%. 

 

Di conseguenza, nella fase di ingrasso, l'aumento dei costi registrato a dicembre per l'approvvigionamento dei capi di 30 kg e il calo contestuale delle quotazioni dei suini da macello pesanti, ha prodotto un contenuto calo della redditività a livello congiunturale (-0,7%). Rimane ancora favorevole il raffronto tendenziale pari a +4,2%.


Macellazione

Passando ad analizzare il mercato del comparto della macellazione, in dicembre le quotazioni delle cosce fresche della tipologia pesante destinate a produzioni Dop sono ulteriormente aumentate rispetto al mese precedente, raggiungendo i 5,864 euro/kg per una variazione congiunturale del +0,6%, mentre sono rimasti stabili i prezzi delle cosce fresche, sempre della tipologia pesante, destinate al prodotto generico, fermi a 5,040 euro/kg.

Restano positive le variazioni tendenziali, rispettivamente a +19,4% e +22,3%.

 

Anche i lombi, sempre a dicembre, hanno fatto registrare quotazioni stabili e allineate: sia il taglio Padova che il taglio Bologna sono rimasti fermi a 3,900 euro/kg.

Anche in questo caso rimangono positive le variazioni tendenziali per entrambi i prodotti: +12,2% e +12,6%.
Al di là della situazione di mercato, il calo delle quotazioni dei maiali da macello ha portato l'indice Crefis di redditività della macellazione a +2,5% su base congiunturale.

Il confronto rispetto allo scorso anno resta invece debolmente sfavorevole, in quanto la variazione tendenziale risulta pari a -0,2%.


Stagionatura

Con riferimento al comparto della stagionatura, il Parma Dop stagionato 12 mesi a dicembre ha fatto registrare un prezzo medio mensile di 10,475 euro/kg, fermo rispetto al mese precedente, ma con una variazione tendenziale positiva del 13,1%.
In salita invece la quotazione del prosciutto non tutelato che, sempre a dicembre, ha raggiunto i 7,450 euro/kg con un miglioramento rispetto al mese precedente del +1,4% e del +18,7% rispetto allo stesso mese del 2021.

 

Situazione articolata per la redditività: il prodotto Dop stagionato 12 mesi ha visto l'indice di redditività calare a dicembre del 2,6% a livello congiunturale e del 12,5% a livello tendenziale.

Per il prodotto non tutelato, sempre stagionato 12 mesi, la variazione mese su mese è risultata positiva dell'1%, questo grazie all'aumento delle quotazioni del prosciutto non Dop, ma rimane svantaggioso il raffronto con i dati dello stesso periodo dell'anno scorso (-11,1%).

Il differenziale di redditività tra i due prodotti della stagionatura, anche se in ridimensionamento, rimane a favore del prosciutto tutelato (+31,7%).