Continua in settembre la crescita delle quotazioni dei suini da macello e migliora il mercato delle cosce fresche e dei prosciutti stagionati, ma purtroppo la redditività, compressa dai costi, non riprende slancio.
Queste, in estrema sintesi, le conclusioni delle analisi mensili del Crefis, il Centro per le Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.
Ma andiamo con ordine, iniziando dal mercato dei suini da macello della tipologia pesante destinata al circuito tutelato, le cui quotazioni hanno raggiunto 2,017 euro/kg (livello record), con un aumento congiunturale del 4,2% e tendenziale del 26%.
Restano invece stabili a 52,700 euro/capo le quotazioni dei suinetti da 7 kg, che peraltro mantengono una variazione positiva anno su anno del 33,7%.
Per quanto riguarda invece i capi da 30 Kg si registra un aumento congiunturale dei prezzi medi mensili dell'1,5% avendo raggiunto in settembre un valore di 3,203 euro/kg. Anche in questo caso la variazione tendenziale è positiva e pari al 30,2%.
La fase allevatoriale
Considerando ora le fasi dell'attività allevatoriale suinicola possiamo notare come lo svezzamento, in settembre, abbia risentito positivamente della decelerazione dei prezzi delle materie prime per l'alimentazione; situazione che, nonostante le quotazioni ferme dei suinetti da 7 kg, ha portato l'indice Crefis di redditività a livello congiunturale ad aumentare dello 0,5% (+12,1% la variazione tendenziale).
Stesso andamento si nota per la redditività della fase di accrescimento dei suini che, mese su mese, mostra l'indice Crefis in aumento del 2,1% (+2,5% a livello tendenziale).
Bene anche la fase di ingrasso. Sostenuto dall'andamento decrescente dei costi e dall'elevato livello dei prezzi dei capi da macello, l'indice Crefis di redditività a livello congiunturale a settembre ha guadagnato il 3,2%; rimane positivo anche il dato tendenziale (+6,7%) anche se più basso di quello registrato nel 2020.
Per completare il quadro della redditività del comparto allevatoriale, analizziamo la situazione a settembre del ciclo chiuso che, durando un anno, mostra di soffrire maggiormente il peso dei costi.
L'indice di redditività tendenziale, infatti, è negativo e pari a -6,2% nonostante una ripresa della redditività mese su mese che ha portato il dato congiunturale a +2,9%.
La macellazione
Passando alla fase della macellazione suina, in settembre si registrano aumenti dei prezzi delle cosce fresche della tipologia pesante destinate a prodotto tutelato che hanno raggiunto i 5,742 euro/kg con una variazione, rispetto al mese precedente, del +1,9% e con un dato tendenziale sensibilmente più elevato e pari a +21,4%.
Diverso l'andamento degli altri tagli di carne: la quotazione del Lombo taglio Padova è diminuita rispetto al mese precedente del 5,5%, portando il prezzo a 4,660 euro/kg; mentre il Lombo taglio Bologna ha visto, sempre in settembre, il prezzo aumentare dell'8,4% e raggiungere i 4,660 euro/kg. Le variazioni tendenziali restano positive per entrambi i prodotti e rispettivamente del 30,5% e del 45,2%.
A causa della diminuzione dei valori di alcuni tagli di carne fresca, la redditività del comparto, nel periodo preso in esame, cala a livello congiunturale dell'1,4% e a livello tendenziale dello 0,6%.
La stagionatura
Per ciò che concerne il comparto della stagionatura in settembre le quotazioni tornano a salire: il Prosciutto di Parma pesante stagionato raggiunge i 10,265 euro (+2,1% a livello congiunturale) mentre il prodotto generico aumenta del 3,1% segnando un prezzo pari a 7,060 euro/kg.
Anche le variazioni tendenziali sono positive e pari rispettivamente a +18,3% e +14,3%.
Sul fronte della redditività, sul prodotto Dop della tipologia pesante grava il prezzo pagato lo scorso anno per l'acquisto delle cosce fresche; l'indice Crefis di redditività risulta dunque negativo sia a livello congiunturale (-1,5%) che tendenziale (-6,4%).
Il prodotto non tutelato invece beneficia dell'aumento delle quotazioni del prosciutto stagionato che ha mitigato il peso dei costi, tanto che la variazione dell'indice di redditività a livello congiunturale risulta positiva e pari all'1,6%.
Resta negativa la variazione rispetto allo scorso anno -12,4%.
Il differenziale di redditività, pur continuando ad assottigliarsi, resta a favore del prodotto tutelato: +31,4%
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Crefis