Troppe volte la carne finisce sul banco degli imputati con motivazioni pretestuose se non addirittura false.
Così gli allevatori di bovini da carne sono stanchi di essere bersagliati da false informazioni che mettono in relazione il consumo di carne rossa con la salute o l’allevamento dei bovini descritto come una minaccia per la salute del pianeta.
Nulla di più sbagliato afferma con vigore Fabiano Barbisan, allevatore e presidente dell’Associazione di organizzazioni produttori (A.o.p.). Italia Zootecnica. “Perché - spiega Barbisan - il nostro sistema di allevamento protetto è unico in Europa e nel mondo ed è in grado di garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica".

A.o.p. Italia Zootecnica riunisce undici organizzazioni del settore delle carni bovine che abbracciano da Nord a Sud le più importanti realtà dell’allevamento di bovini da carne italiani, dalle cui stalle esce oltre la metà di tutta la carne prodotta in Italia.
La professionalità e serietà degli allevatori italiani è sotto gli occhi di tutti – continua Barbisan – ma sono in atto delle vere e proprie campagne denigratorie"
 

Quali proteine

Alle recenti esternazioni del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani (si veda in proposito l’approfondimento di AgroNotizie), si unisce un altro duro attacco agli allevamenti da parte di Marco Bianchi, food mentor e divulgatore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi, che dalle pagine dell’Huffington Post ha invitato a uno stile di vita più consapevole dove la carne può e dovrebbe essere sostituita dai legumi per avere garantito un identico apporto proteico.

Puntuale la risposta di Giuseppe Pulina, presidente di Carni sostenibili, che opportunamente ha ricordato che occorra fare una distinzione in base alla quantità e alla qualità delle fonti proteiche assunte.
Per apportare al nostro organismo la medesima qualità di nutrienti assicurati da 100gr di carne dovremmo mangiare 700 gr di pasta e fagioli: nulla al contrario, ma con quale apporto calorico, a differenza della fettina di carne, dovremmo poi fare i conti?


Allevamenti, luoghi sicuri

Per screditare la carne si è giunti persino a sostenere, senza alcun fondamento, un legame fra la pandemia in atto e gli allevamenti intensivi.
Contrariamente a quanto possono pensare certi mondi che fondano le loro tesi su basi pregiudizialmente ideologiche - prosegue Barbisan - va ricordato che gli allevamenti protetti sono in realtà delle vere e proprie bolle sanitarie garantite dall’applicazione di rigide norme di biosicurezza, un‘autentica barriera contro l’ingresso di agenti patogeni.
Quindi va da sé che è molto più probabile che i virus si diffondano tra animali selvatici distribuiti nei territori più disparati che non negli allevamenti cosiddetti intensivi
".

La riscossa degli allevatori è pronta – conclude Fabiano Barbisan – ci stiamo attrezzando con il nostro progetto di certificazione a marchio Consorzio Sigillo Italiano per comunicare ai consumatori la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei nostri allevamenti".