Lo confermano le analisi del Crefis, il Centro di ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza diretto da Gabriele Canali.
Sospinto dai prezzi dei suini in ascesa e dai costi delle materie prime alimentari in calo (almeno il mais), l'indice Crefis di redditività degli allevatori è cresciuto a ottobre del 4,1% su settembre raggiungendo il valore più elevato da quando nel luglio 2009 viene calcolato, segnando anche un +16,5% rispetto ottobre 2018 (cioè su base tendenziale).
Dal punto di vista del mercato, come accennato, in ottobre i prezzi degli animali da macello sono saliti rispetto al mese precedente. In particolare, il valore medio mensile dei suini da macello pesanti destinati al circuito tutelato è salito fino a 1,734 euro/kg, il che si traduce in +4,4% su settembre e +12,9% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.
A ottobre sono aumentate anche le quotazioni dei capi pesanti destinati al circuito non tutelato, con il prezzo medio che è arrivato a 1,639 euro/kg. Anche in questo caso, la variazione congiunturale segna +4,4%, mentre la variazione tendenziale arriva a +17,1%.
Infine, il mercato dei suinetti da allevamento ha mostrato a ottobre qualche segnale di ripresa dopo mesi al ribasso, anticipando leggermente il tipico andamento stagionale.
La quotazione dei capi di 30 Kg è arrivata a 46,260 euro/capo, in lieve aumento a livello congiunturale (+0,7%) e in deciso incremento a livello tendenziale (+11,9%).
In ripresa anche i macelli
A ottobre, dopo mesi di dati negativi, la redditività dell'industria di macellazione italiana si è leggermente ripresa: +1,3% su settembre; il valore dell'indice, tuttavia, rimane molto basso, tanto che rispetto alla situazione dell'anno scorso la variazione è fortemente negativa: -7,7%.A determinare a livello congiunturale la dinamica positiva della redditività dei macellatori è stato il mercato dei tagli freschi.
A cominciare dai lombi i cui prezzi sono tornati a crescere in maniera netta. Prendendo a riferimento il "taglio Padova" la quotazione raggiunta è stata pari a ottobre a 4,030 euro/kg: +10% su settembre e +12,7% su ottobre 2018.
Considerando le cosce fresche, nell’ultimo mese la quotazione dei pezzi pesanti destinati a produzioni tipiche è arrivata a 4,338 euro/kg, +2,5% su settembre; tenendo conto però che i prezzi nell'ottobre dell'anno scorso erano più elevati, perciò la variazione tendenziale è negativa (-5,1%).
Situazione simile si riscontra per le cosce fresche pesanti destinate a produzioni non tipiche: +2,2% su settembre, per un prezzo a 3,788 euro/kg; ma -0,1% su ottobre 2018.
Migliorano i prosciutti
Redditività in leggera risalita, a ottobre, per la stagionatura dei prosciutti. Il "Parma" pesante Dop segna +1,9% su base congiunturale e +3,1% su base tendenziale.Un andamento che i ricercatori Crefis spiegano con il prezzo contenuto delle cosce fresche a ottobre 2018, a fronte di una tenuta delle quotazioni dei prodotti stagionati, fermi comunque a livelli decisamente bassi.
Per quanto riguarda i prosciutti non tutelati pesanti, la remuneratività a ottobre è in aumento sia rispetto a settembre (+1,3%) sia rispetto all'anno scorso (+12,8%). Rimane ampiamente negativo (-8,7%) il gap di redditività tra la stagionatura dei prosciutti Dop e di quelli generici.
Dal punto di vista dei mercati, i prezzi del Prosciutto di Parma a ottobre sono risultati stabili a 8,000 euro/Kg (tipologia pesante).
Da segnalare che la variazione tendenziale è nettamente negativa e pari a -13,7%. Ferme a ottobre anche le quotazioni dei prosciutti pesanti destinati a produzioni non tipiche: 6,000 euro/kg; -7% rispetto a ottobre 2018.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Crefis