Non c'è pace per le pere. Si arriva fino al -80% delle produzioni a causa dei danni provocati dalle gelate dello scorso aprile secondo Confagricoltura Emilia-Romagna, senza contare quelli derivanti da malattie spesso mortali per la pianta, come la valsa, che esplodono proprio sotto la spinta di stress climatici estremi, oltre alle minacce minacce dei patogeni non ancora debellati quali cimice asiatica e maculatura bruna.

Per le 5mila aziende produttrici di pere in Emilia-Romagna il raccolto è compromesso, si legge nella nota dell'organizzazione agricola che sottolinea inoltre ripercussioni sulla qualità del prodotto.
 
Nelle province di Ferrara, Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ravenna, si coltiva il 70% della produzione italiana, scrive la Confagricoltura regionale, e il 90% circa delle pere Abate Fetel, varietà che forse quest'anno sarà difficile da reperire sui banchi del supermercato.
 

Rese che non coprono i costi

Le rese del pero registrate in regione negli ultimi dieci anni sono troppo basse per coprire i costi di produzione, dice il presidente della sezione frutticola regionale, Marco Piccinini, e fa il punto: "Il sistema produttivo non si sostiene economicamente, la redditività del pero è minata dalla staticità dei prezzi al produttore e dall'aumento incontrollato dei costi di produzione, per effetto sia dei cambiamenti climatici (fenomeni atmosferici estremi e maggiore virulenza degli agenti patogeni) che della globalizzazione (proliferazione incontrollata di nuovi insetti parassiti)".
 

L'aiuto delle nuove tecnologie

E' quindi necessario secondo Piccinini "Investire in ricerca e dare il via libera all'uso delle nuove tecniche di miglioramento genetico-varietale – le New breeding techniques come cisgenesi e genome editing -, per ottenere impianti resilienti, capaci di contrastare gli stress climatici, e più resistenti alle malattie. È infatti impossibile garantire la difesa delle produzioni con una minore immissione sul mercato di fitofarmaci e al contempo una riduzione per revoche di prodotti fitosanitari".

Anche per il presidente di Cia-Agricoltori italiani dell'Emilia Romagna, Cristiano Fini"Occorre premere l'acceleratore sull'introduzione di queste nuove tecnologie per individuare varietà resistenti a nuove patologie e cambiamenti climatici" che accoglie favorevolmente la prossima apertura di un nuovo bando da parte della Regione Emilia-Romagna per finanziare impianti di difesa attiva delle colture come gli antibrina basati sulla distribuzione continua di acqua, consentendo a più imprese frutticole di proteggere i raccolti.

Secondo Fini è inoltre indispensabile che nel prossimo decreto Sostegni vengano stanziate risorse a favore di tutti i frutticoltori colpiti dalle gelate che non hanno risparmiato nessuno in Emilia Romagna. "Chiediamo - prosegue Fini - l'estensione della moratoria sui mutui almeno fino alla fine dell'anno, per dare un minimo di respiro alle imprese".