Anacer ha pubblicato l'aggiornamento dei dati della bilancia commerciale cerealicola italiana nei primi dieci mesi del 2021, dove si registra un aumento del deficit pari a -2.126,1 milioni di euro, in forte aumento rispetto ai 1.426,3 milioni di euro del 2020.

Dal punto di vista quantitativo le importazioni complessive dei cereali in granella nel periodo considerato ammontano a circa 10,5 milioni di tonnellate, pari al -12% rispetto alle 11,9 milioni del 2020. Continua la drastica riduzione delle importazioni di grano duro (-663mila tonnellate, pari al -26%) e di mais (-669mila tonnellate, -14%). In calo anche l'import di grano tenero (-147mila tonnellate) e di altri cereali minori (-37mila tonnellate). Crescono invece gli arrivi di orzo (+117mila tonnellate, +31%), così come i semi e frutti oleosi (+136mila tonnellate, +6%). Scendono anche gli arrivi dall'estero di farine proteiche vegetali (-119mila tonnellate, -5,6%).

Per quanto riguarda l'export, continua il periodo no all'estero per la pasta (-254mila tonnellate, -169 milioni di euro) anche se i dati sono confrontati con il 2020, anno davvero di forte crescita. Calano anche gli altri prodotti trasformati (-140mila tonnellate) e il riso (-48mila tonnellate). Crescono le esportazioni di cereali in granella (+90mila tonnellate) e farina di grano tenero (+22.400 tonnellate), oltre che di mangimi a base cereali (+19mila tonnellate). Si confermano ai livelli del 2020 le esportazioni di semola di grano duro.