Al suolo viene chiesto sempre di più, quindi ci si deve anche ricordare come al suolo vada sempre restituito quanto gli è stato tolto con le colture agrarie, altrimenti il gioco dura poco. Ecco perché il "maltolto" va sempre reintegrato tramite l'uso razionale di fertilizzanti.
I Paesi emergenti sono quelli che mostrano i trend percentuali di crescita più elevati, almeno stando al nuovo rapporto della Fao World fertilizer trends and outlook to 2018”, il quale riporta le previsioni di utilizzo dei fertilizzanti a livello globale per i prossimi tre anni.
Secondo la Fao, l’uso globale di fertilizzanti potrebbe superare i 200 milioni di tonnellate nel 2018, in crescita del 25% rispetto a soli dieci anni fa, ovvero nel 2008. Il trend annuo di crescita si dovrebbe mantenere sull’1,8%.

L’uso crescente dei fertilizzanti, se da un lato lascia intuire positive crescite delle potenzialità produttive, necessita di alti livelli di attenzione sul fronte ambientale. Non a caso la Fao sta sviluppando sistemi di monitoraggio delle pratiche agricole, consentendo di modulare l’impiego dei concimi in funzione delle reali esigenze nutrizionali delle colture. Non si deve infatti dimenticare che spesso in molte aree alla mancanza di elementi nutritivi si associa quella idrica, la quale rende del tutto inutili gli sforzi sul fronte nutrizionale stesso. L'approccio deve quindi essere di ampio respiro e gestito sfruttando al meglio prodotti e tecnologie fra le più evolute. A maggior ragione ricordando che il 2015 è stato per giunta proclamato dall’Onu Anno Internazionale dei Suoli, il quale si prefigge l’obiettivo di gestire in modo sempre più sostenibile le pratiche agricole, inclusi gli usi di fertilizzanti.