La Sicilia affila le armi in vista dell’atteso tavolo nazionale degli agrumi, convocato al ministero per le Politiche agricole per domani, 20 ottobre 2016.
All’ordine del giorno le misure per ridare slancio alla filiera agrumicola italiana a partire dalla lotta al virus Tristeza degli agrumi, mentre in Senato è in discussione il disegno di legge d’iniziativa parlamentare per dare all’Italia un Piano agrumicolo nazionale, con una dote di 10 milioni di euro.

“Domani 20 ottobre sarò a Roma per rappresentare le istanze del settore agrumicolo siciliano al tavolo nazionale sugli agrumi, convocato dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, su richiesta dell’assessorato Regionale Agricoltura della Sicilia, per discutere sulle problematiche di natura fitosanitaria che stanno penalizzando il comparto e promuovere strategie mirate a rafforzare la presenza degli agrumi siciliani nei mercati esteri" dice in una nota l’assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Antonello Cracolici.

L’assessore inoltre riporta le priorità individuate nell’ultimo tavolo regionale, svoltosi il 17 ottobre 2016 con i rappresentanti del comparto agrumicolo: "Un intervento straordinario mirato all’estirpazione e il reimpianto, utilizzando porta innesti tolleranti alla Tristeza, una migliore organizzazione del settore vivaistico regionale al fine di garantire la sanità dei nuovi impianti”.

 Sul fronte della difesa del patrimonio agrumicolo siciliano Cracolici si fa ambasciatore di un’ulteriore richiesta: “Vogliamo il rafforzamento a livello comunitario dei controlli fitosanitari per contrastare la penetrazione di materiale gravemente infetto dai paesi extra Ue".

L’assessore siciliano, infine, proporrà al Mipaaf “Un piano di ammodernamento di tutto il settore agrumicolo anche attraverso l’introduzione di varietà che permettano di ampliare il calendario di commercializzazione. Un miglioramento delle strategie di marketing ed innovazione con i prodotti di qualità Igp e Dop, al fine di consentire l’apertura di nuovi spazi di mercato”.