"Il 2019 è l'anno della svolta e della ripartenza - segnala Coldiretti Calabria - dopo la terribile situazione verificatasi per la castanicoltura calabrese, flagellata a partire dal 2009 dal temibile Cinipide galligeno che ne aveva quasi azzerato l'intera produzione regionale. Oggi lentamente, grazie anche all'azione e impegno di valenti agronomi dell'Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo della Calabria, la situazione va migliorando".
Il potenziale castanicolo della Calabria è il secondo d'Italia dopo la Campania: tra il 1999 e il 2007 nella regione furono raccolte in media 97.329 quintali di castagne grazie ad una superficie investita che ancora nel 2010 era - secondo il censimento dell'Istat - di 8.643 ettari. Negli ultimi anni, la perdita media stimata dalle organizzazioni agricole calabresi sul potenziale produttivo, a cominciare da Cia, era stata del 90% ed oltre, con una produzione effettiva ormai inferiore ai 10mila quintali.
Ma dopo 6 anni consecutivi di lanci nei castagneti di tutta la regione, secondo Coldiretti: "si sta registrando un interessante livello di parassitizzazione, raggiunto con la lotta biologica, il che significa una buona presenza dell'antagonista Torymus sinensis, che sempre più contribuirà a limitare la proliferazione del Dryocosmus kuriphilus".
"Il raccolto in Calabria quest'anno è in aumento di circa il 20-25% rispetto all'anno scorso, che registrava però una bassissima produzione con minimi storici" sottolinea Coldiretti. A questo punto è ragionevole pensare che la Calabria possa pervenire ad una produzione 2019 poco oltre i 12mila quintali, ancora poco rispetto al potenziale, ma sicuramente un primo segnale di inversione di tendenza.
"Vanno di pari passo alla lotta biologica - informa Coldiretti - gli interventi colturali necessari per ridare respiro ad una castanicoltura in crisi, focalizzando l'attenzione sulla tecnica della potatura del castagno e sui principi fisiologici che la governano".
Coldiretti ha svolto nelle zone a maggiore vocazione castanicola, chiamando a raccolta produttori ed esperti ed effettuando prove pratiche di potatura sul campo avvalendosi di tecniche moderne come il tree climbing, una competenza tecnica questa che si acquisisce frequentando un corso di formazione di 32 ore e che consente al potatore di salire e di potare ad altezze elevate (15-20 metri) in condizioni di assoluta sicurezza, scongiurando i rischi di incidenti.
"Certamente - commenta Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria - il 2019 rappresenta l'anno di svolta per la ripartenza e il rilancio della castanicoltura calabrese. C'è bisogno - aggiunge - di far ripartire questo comparto strategico per l'economia delle aree interne e per il presidio del territorio e continueremo a farlo con corsi di formazione in potatura tree climbing, corsi di innesto, ed anche con l'impegno delle istituzioni ad ogni livello".