Attualmente le mandorle in Italia presentano un prezzo mediamente superiore a quello dello stesso periodo dello scorso anno del 36,1%.
E in Sicilia, dove il raccolto sarà abbondante, si temono ribassi. Da Avola il Consorzio di tutela della filiera della mandorla lancia un appello: in fase di raccolta non vendere sotto i 2 euro e cedere il prodotto poco per volta, per evitare il crollo dei prezzi.
In Puglia si teme invece un raccolto magro, a causa del maltempo.
In Italia, la coltivazione dei mandorleti è in crescita, soprattutto in Sicilia, dove Coldiretti segnala che molte aziende under 40 negli ultimi anni hanno investito in questa arborea, che sull'isola ha raggiunto un'estensione di 32mila ettari. In tanti hanno evidentemente fiutato l'affare: la mandorla intera a maggio 2016 era quotata mediamente in Italia – secondo Ismea – ad 1,38 euro al kg. Oggi lo stesso prodotto secondo Ismea è sui 2,70 euro/kg: in pratica il prodotto all'origine ha guadagnato valore di oltre il 95% in poco più di due anni. E nonostante i continui aumenti delle superfici investite e delle quantità prodotte.
"E' un successo dovuto alla crescente domanda di prodotto" spiegano ancora a Coldiretti Sicilia.
Non si hanno notizie sul raccolto di quest'anno in Puglia, flagellata dalle gelate di aprile e dal maltempo in fase di preraccolta ad agosto. Mentre arrivano buone notizie dalla Sicilia. Dove ci si attende un aumento della produzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
"Le previsioni del raccolto 2018 indicano una produzione di mandorle nel nostro territorio superiore al raccolto dello scorso anno, che è stato assai scarso rispetto alla media – è scritto in una nota del Consorzio di tutela e miglioramento della filiera della mandorla di Avola, dove si spiega: "La mitezza dell'inverno ha consentito che i mandorleti trasformassero in frutti gran parte della fioritura".
Per evitare che questa situazione possa determinare un abbassamento del prezzo ai produttori, il presidente del Consorzio della mandorla di Avola, Antonio Scacco, ha lanciato un appello a tutti i mandorlicoltori: "Ogni anno, nella fase iniziale della raccolta, agisce come causa di ribasso la presenza dei cosiddetti raccoglitori, che puntano purtroppo a recuperare rapidamente solo i loro costi di raccolta e non certo, come nel caso delle aziende agricole, i costi complessivi della produzione. Il mio invito è, pertanto, di non vendere in questa fase le mandorle in guscio sotto i 2 euro al chilo, che rappresentano il punto di partenza minimo per la mandorla di Avola".
"Per questo – ribadisce il presidente Scacco – non bisogna precipitarsi a vendere, ma attendere che la situazione si stabilizzi su quotazioni che rispettino il lavoro dei produttori".
Il Consorzio è impegnato a promuovere e a rilanciare al massimo il consumo della mandorla con programmi congiunti tra produttori e aziende commerciali, specie nell'uso dietetico e nel settore della pasticceria di qualità, dove si stanno aprendo importanti mercati a livello nazionale e internazionale. Ed è in corso una campagna di adesione al consorzio per rendere i produttori più forti sul mercato.