Joly è caratterizzata da una pianta rustica, dotata di notevole tolleranza alle malattie sia radicali che fogliari. Il colore è rosso brillante, molto attraente, e le qualità organolettiche sono di assoluta eccellenza, con sapore molto zuccherino e di ottimo aroma. I frutti sono molto resistenti in pianta e possono essere raccolti a piena maturazione. Ottime la conservabilità e la shelf life.
Altre varietà Civ assai apprezzate dagli inglesi sono la precoce Dely e la tardiva Laetitia. Con queste tre varietà la stagione delle fragole in Gran Bretagna è coperta dall’inizio della primavera fino all’estate.
“Ormai il nome del Civ è riconosciuto in tutto il mondo per l’innovazione che porta nella coltivazione della fragola” commenta Mauro Grossi, presidente Civ. “Un'ulteriore conferma della bontà ed efficacia del programma breeding fragola del Civ, attivo dal 1984 su quattro linee di ricerca: fragole per ambienti a clima temperato mediterraneo, per ambienti a clima continentale, rifiorenti e varietà adatte alla trasformazione industriale. Puntiamo solo su tecniche classiche (assolutamente no Ogm) e su nuove varietà che garantiscano produzioni elevate e frutti di ottima qualità, assieme ad una naturale rusticità e vigoria delle piante, per offrire al mercato nazionale e a quelli internazionali non solo la qualità ma il massimo della eco-sostenibilità”.
La ricerca Civ nel comparto delle fragole, sostenuta dalle aziende socie del Civ, Salvi e Mazzoni, ha portato all’individuazione di 25 nuove varietà per i diversi ambienti di coltivazione. Attualmente vengono piantate in coltivazione oltre 150 milioni di piante di varietà originate dalla ricerca del Civ. Tra le varietà più diffuse si segnalano: Clery, leader assoluta nel segmento precoce oltralpe e nei Paesi dell' est Europa; Rania e Nabila, due varietà per gli ambienti meridionali di produzione ed in via di espansione in molti Paesi del bacino del Mediterraneo; Capri, varietà rifiorente particolarmente apprezzata in Inghilterra ed infine Marmolada®, che ha contribuito molto alla redditività della coltura nella Pianura Padana, e che tuttora è un importante riferimento in diversi Paesi, soprattutto nell’Europa dell’est.
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