Circolare su strada con alcuni macchinari agricoli non è mai stato così complicato per agricoltori ed agromeccanici che - oltre a dover richiedere permessi di circolazione per i mezzi eccezionali - devono rispettare limiti di lunghezza stringenti e pagare salati indennizzi per l'usura strade.
 

Autorizzazioni in ritardo

Lo scorso 21 maggio l'associazione Cai ha riportato ritardi nella concessione dei permessi di circolazione per le macchine eccezionali, in primis per quelle da raccolta che presto entreranno in campo per l'avvio della campagna.

"Le imprese agromeccaniche prive delle autorizzazioni sono fortemente preoccupate per i prossimi spostamenti su strada" ha affermato il presidente del Cai Gianni Dalla Bernardina. "Auspichiamo che ci sia un tavolo di confronto con le istituzioni per semplificare realmente i procedimenti di rilascio dei permessi".
 

Limite di lunghezza, novità in arrivo?

Dal canto suo, Uncai porta all'attenzione del legislatore le sagome limite dei mezzi agricoli. Il 26 maggio 2021, in un incontro online, il presidente e il coordinatore dell'Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali Aproniano Tassinari e Fabrizio Canesi hanno chiesto a Gian Marco Centinaio, sottosegretario di Stato al Mipaaf, e a Francesco Lucianò, segretario del viceministro del Mit, di spostare il limite di lunghezza dei convogli agricoli - trattore più rimorchio o carrello porta attrezzi - dagli attuali 16.50 metri (art. 104 del Codice della strada) ad almeno 19 metri.

Secondo Uncai, l'indicazione attuale mette in difficoltà chi usa attrezzi per la minima lavorazione che - quando sono abbinati a trattori di alta potenza da 8 metri e raggiungono gli 11 metri - portano ad un superamento del limite. Anche mietitrebbie e trince con carrello portabarra possono superare i 16.50 metri e talvolta anche i 20 metri. In questi casi, i contoterzisti devono organizzare i trasferimenti su strada con macchine di supporto e personale aggiuntivo, con conseguenti maggiori costi ed emissioni, per non violare la legge.

"L'aumento del limite a 19 metri è possibile, poiché i rimorchi e i carrelli porta attrezzi oggi in commercio garantiscono un'ottima manovrabilità" ha spiegato Canesi a Centinaio e Lucianò che si sono detti disponibili a intervenire in tempi brevi sulla questione. Per Uncai bisogna evitare anche l'equiparazione dei convogli agricoli oltre le 44 tonnellate ai treni industriali che impone il pagamento di un indennizzo di usura pari a 2.600 euro. Una cifra piuttosto alta, tenendo conto che le macchine agricole circolano su strade secondarie per pochi chilometri e in brevi periodi dell'anno.
 

Revisione: futuro ancora incerto

In occasione dell'incontro, si è parlato anche di revisione, che dovrebbe partire il prossimo 30 giugno per i trattori immatricolati prima del 1984, ma probabilmente verrà rinviata per via dell'assenza di soggetti preparati e del documento tecnico, non ancora diffuso dalla commissione incaricata.

"Attendiamo di sapere come, dove e quando sarà effettuata la revisione e - ha dichiarato Tassinari - auspichiamo maggiore chiarezza, poiché l'operazione riguarda vari tipi di mezzi, dai cingolati ai gommati, dai trattori da 30 cavalli a quelli di 200 cavalli, il cui trasporto in officina vicina comporta costi notevoli".

Secondo il presidente di Uncai, "a questo punto occorre spostare di un paio di anni le scadenze della revisione con un decreto e definire un percorso che non penalizzi l'utente finale. Intanto, per mandare in pensione i trattori più vecchi e aumentare la sicurezza sul lavoro, possiamo impedire che siano oggetti di scambio nell'acquisto di un altro mezzo e che circolino su strada".