L'accordo, già sottoscritto a fine 2018 da Cai e Uncai, mette nero su bianco l'intento a collaborare tra gli attori della filiera agricola e, in particolare, promuove azioni finalizzate all'aumento della sicurezza in agricoltura.
In occasione della firma dell'accordo Alessandro Malavolti ha dichiarato: "La collaborazione con Unacma prosegue da molti anni. Abbiamo un ottimo rapporto professionale e personale che ci permette di operare congiuntamente su tantissimi fronti. Attualmente siamo impegnati sul discorso revisione che ci richiede un grosso lavoro e sul discorso sicurezza. Come FederUnacoma vogliamo sponsorizzare Unacma in tutte le sue attività ma soprattutto ci interessa condividere il progetto Officine Roc. Cercheremo di coinvolgere i nostri stakeholder e le associazioni degli agricoltori così da convergere tutti verso un unico sistema agricolo che funzioni bene. I rapporti con Unacma sono buoni e lo saranno in futuro, lo abbiamo solo messo nero su bianco. Andremo avanti bene come siamo andati fino adesso".
"L’accordo di collaborazione verte principalmente sul progetto delle Officine Roc che stiamo condividendo con tutti gli attori della filiera e ci sembrava logico che Federunacoma, rappresentante di tutti i brand, ne facesse parte - ha aggiunto Roberto Rinaldin - A breve concluderemo l’accordo quadro anche con i costruttori di trattori e i rappresentanti degli agricoltori. La nostra idea è quella di un progetto voluto e condiviso".
La rete Unacma Roc, fil rouge dell'accordo quadro, è un'esperienza unica in Europa che raggruppa concessionarie e officine meccaniche caratterizzate da un eccellente livello di professionalità, capacità operativa e conoscenza delle normative di riferimento per il commercio e la riparazione delle macchine agricole e da giardinaggio.
A certificare la qualità del servizio è il marchio di "Officina Roc" riconosciuto dai firmatari dell'accordo quadro e attualmente rilasciato a qualche decina di officine che hanno sostenuto un impegnativo iter di formazione. L'obiettivo è arrivare ad un totale di 250 officine accreditate entro il 2020.
Concretezza dunque che, contrapposta all'immobilismo dei ministeri dei Trasporti e dell'Agricoltura inchiodati al palo della mancata emanazione del secondo decreto attuativo necessario a far partire il processo di revisione delle macchine agricole, ne amplifica la paradossalità.