Con una nuova campagna olivicolo olearia ormai alle porte - e che a detta di molti si profila abbondante e qualitativamente positiva in molte parti d'Italia - pochi giorni dopo il caso del ritiro da parte di Agea di olio extravergine di oliva comunitario a prezzi stracciati e destinato agli indigenti - i valori dell'olio extravergine di oliva alla Borsa merci di Bari - provenienza Bari e provincia e territori di Barletta, Andria e Trani - hanno visto ieri, 1° settembre 2020, un incremento delle quotazioni.
 

Mercato dell'olio ieri a Bari

In particolare, ieri la commissione Olio della Borsa merci di Bari ha fissato l'extravergine di oliva con acidità inferiore al 4% a 3,70 euro al chilogrammo sui minimi e 3,90 euro sui massimi, mettendo così a segno un incremento di 0,10 euro sui prezzi dell'ultima seduta, che erano rimasti costanti dal 21 luglio, quando a seguito di due sedute al rialzo - quelle del 14 e del 21 luglio - i valori si erano portati a 3,60-3,80 euro al chilogrammo.

Stessa traiettoria per il prezzo dell'extravergine biologico, fissato ieri a 4,10 euro al chilogrammo di prezzo minimo e 4,50 euro di valore massimo e che era già pervenuto ad una forchetta di 4,00-4,40 il 21 luglio, dopo le due sedute rialziste di quel mese.

Rimanendo nella categoria dell'olio extravergine d'oliva, ieri la Borsa merci di Bari registra anche un altro aumento di 0,10 euro al chilogrammo, che riguarda l'olio con acidità massima 0,8%, quello più vicino alla soglia massima ammessa dall'Unione europea per l'attribuzione di questa categoria: si è così portato a 2,80 euro al chilogrammo sui minimi e 3,00 euro sui massimi, e in questo caso si tratta dell'unico aumento dal 14 gennaio 2020, data di ripresa della quotazione di questa qualità specifica di extravergine.
 

Giacenze e asta indigenti Agea

Difficile stabilire cosa abbia potuto influire positivamente sui prezzi, atteso che i dati ufficiali sulle giacenze di oli d'oliva in Italia sono fermi al 5 agosto scorso, data alla quale fa riferimento il report n 24 di Frantoio Italia, compilato dall'Ispettorato centrale per la qualità e la repressione frodi del Mipaaf.

Secondo Frantoio Italia n 24 erano giacenti in Italia al 5 agosto 2020 ben 207.692 tonnellate di olio Evo. Rispetto al 31 luglio 2019, le giacenze di olio risultano nel complesso superiori del 32,3%. Tale differenza è da attribuire prevalentemente alle variazioni di giacenza dell'olio Evo in generale (+42,4%) e di quello italiano, in particolare. Infatti, rispetto al 31 luglio 2019, lo stock di olio Evo italiano è maggiore per una quantità pari a 46.226 tonnellate (+66,0%).

Successivamente, più precisamente dal 19 agosto 2020, l'asta Agea per acquistare olio Evo comunitario da destinare agli indigenti ha sottratto alle giacenze italiane oltre 3.293,6 tonnellate di prodotto. E verosimilmente altro olio è stato pure assorbito dal mercato. Resta da capire quanto questi aumenti siano collegati alla riduzione delle giacenze, se saranno duraturi e se e come si rifletteranno sui prezzi all'origine, allo stato fermi - nelle ultime rilevazioni Ismea - tra i valori di fine luglio e quelli dei primi giorni di agosto.