Archiviata l'asta di fine febbraio bandita dalla Commissione europea per ritirare temporaneamente olio extravergine di oliva dal mercato dietro pagamento di un aiuto di 0,83 centesimi al giorno per tonnellata da pagarsi per 180 giorni di ammasso privato, il prezzo del prodotto all’ingrosso sulla piazza di Bari continua a rimanere immutato. E con un effetto freno totale sulle piazze all’origine.

Infatti, ieri il mercato dell'olio di oliva extravergine conferma, ancora una volta, la stabilità su valori bassi. I prezzi sulla piazza di Bari – scesi il 14 gennaio 2020 di ben 20 centesimi al chilogrammo sulle precedenti quotazioni del 7 gennaio – confermano i valori di 3 euro al chilogrammo sui minimi e 3,40 sui massimi. Il tutto nonostante l'aumento complessivo delle giacenze di olio registrato da Frantoio Italia a fine febbraio sia in netta frenata. E gli stock di olio extravergine nazionale siano addirittura risultati in lieve diminuzione su base mensile.

Nonostante tutto questo, restano questi i prezzi fissati dalla Commissione olio il 10 marzo 2020 alla Borsa merci per l'extravergine con acidità massima 0,4% alle condizioni di franco partenza/arrivo e Iva esclusa. Questi stessi valori, fissati per la prima volta il 14 gennaio in fase calante, sono ormai alla ottava successiva riconferma, essendo stati già ribaditi nelle sedute del 21 e 28 gennaio scorso ed in quelle del 4, 11, 18 e 25 febbraio e lo scorso 3 marzo. Stesso iter ha seguito l'olio di oliva extravergine in biologico, fermo sulla piazza di Bari a 3,40 euro al chilogrammo sui minimi e 3,80 euro sui valori massimi dal 14 gennaio, data dell'ultimo ribasso di 20 centesimi.

Va detto che il listino è stato redatto dalla Commissione olio, “a mezzo sistemi di messagistica per telefonia mobile ex disposizione Dirigenziale della Camera di commercio di Bari n. 18966 del 9 marzo 2020" come recita la scritta in rosso in testa al mercuriale: una conseguenza questa dell’emergenza coronavirus.

Per l'extravergine di alta qualità, questa persistente fase di stabilità segue il calo di maggiori dimensioni degli ultimi tempi, succeduto a quello di 10 centesimi occorso il 17 dicembre 2019 e che era stato preceduto dalla diminuzione di altri 10 centesimi verificatasi il 3 dicembre.
 

I prezzi a Bari nell'ultimo anno

L'olio extravergine di alta qualità, a Bari, ha perso 40 centesimi in oltre tre mesi tra il 3 dicembre 2019 e il 10 marzo 2020 - un calo comunque minore rispetto alla scivolata occorsa tra il 5 e il 26 novembre 2019, quando i prezzi erano calati di 0,80 euro sui massimi e di 1,10 sui minimi.

Al 10 marzo 2020, decima seduta di borsa del 2020 a Bari, rispetto allo scorso anno, l'extravergine di prima qualità sulla piazza pugliese ha perso complessivamente il 47,54% del suo valore. Infatti, il 12 marzo 2019 l'olio l'extravergine di oliva con acidità massima 0,4% era stato quotato a ben 6,00 euro al chilogrammo sui valori minimi e a 6,20 euro sui massimi.
 

Giacenze in frenata, quelle italiane iniziano a diminuire

Le scorte di olio alla data di mercato di ieri non potevano non essere conosciute, e se ne è diffusamente scritto su AgroNotizie la scorsa settimana. Ma neppure il loro relativo buon andamento è riuscito a rianimare i prezzi in Borsa merci a Bari.
 

I prezzi all'origine rilevati da Ismea

Tale situazione sul mercato all'ingrosso continua a determinare una forte pressione sui produttori di olive del Mezzogiorno d'Italia, che vengono pagati in olio o denaro e comunque in valore di olio all'origine. E questa volta i prezzi all'origine rilevati da Ismea in Puglia Calabria e Sicilia registrano una totale stagnazione rispetto alla settimana precedente, che invece aveva riservato qualche significativa presa di beneficio.

In particolare, con riferimento ai prezzi medi alle condizioni “franco azienda” si fanno notare le piazze di Palermo e Trapani, rilevate giusto ieri, ferme entrambe a 4,55 euro al chilogrammo. Molti prezzi poi portano la data del 5 marzo e tutti risultano invariati sulla settimana precedente. In Puglia a Brindisi è fermo a 2,90 euro al chilogrammo, e così Lecce e Taranto permangono stabili sullo stesso valore. Stabilità anche a Foggia su 2,98 euro di prezzo medio.

L’intera Calabria, sempre il 5 marzo, risulta stabile sulla settimana precedente a 2,80 euro di prezzo medio per l’extravergine pagato al produttore sulle piazze di Catanzaro, Cosenza, Lamezia Terme e Rossano calabro.
Situazione ferma anche il 3 marzo, quando le piazze rilevate erano due, Ragusa (4,00 euro al chilogrammo di prezzo medo) e Bari, anche qui prezzo inchiodato sul valore medio della settimana precedente: euro 3, 10.