Annata difficile per l'olio questa del 2019, penalizzata dall'andamento climatico anomalo da un lato ma anche da stagnazioni di mercato dall'altro.

Una crisi che sta investendo varie parti del Centro Italia e in particolare la Toscana dove le previsioni di un calo significativo della produzione di olive, fatte all'inizio della campagna di raccolta, si sono realizzate a volte anche in modo più pesante del previsto.

Tra settembre e ottobre la Cia Toscana portava previsioni di un calo medio del 20% di produzione rispetto al 2018, con punte anche del 50% in alcune zone della regione.

Un calo dovuto alla scarsa allegagione causata dalle eccessive piogge e basse temperature protratte per tutto maggio e seguite da un picco di calore a giugno, ma anche dall'attacco tardivo della mosca olearia, favorito dalle elevate temperature autunnali che hanno portato a cascole tardive e abbassamento della qualità in molte zone.

E così a fine raccolta in alcune zone la produzione di olio è stata più bassa anche del 60% rispetto all'anno scorso, come ha riportato Orlando Pazzagli.

Una situazione che ha portato l'associazione di categoria toscana a unirsi all'appello per la dichiarazione di uno stato di crisi di tutto il settore olivicolo alla ministra all'Agricoltura Teresa Bellanova.

Una crisi che non riguarda solo al produzione, ma anche l'andamento del mercato che rimane fermo, mentre i prezzi dell'olio calano.

Un fenomeno che sta interessando soprattutto la Puglia, la principale realtà olivicola nazionale, dove il prezzo dell'olio sul mercato ha già perso il 40% rispetto al gennaio di quest'anno.

Per Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia, il timore è che gli acquirenti stiano aspettando che il prezzo dell'olio italiano arrivi quasi al livello di quello spagnolo, causando una crisi di liquidità a olivicoltori e frantoiani.

E sul fronte dei prezzi la Toscana, ma non solo, sta combattendo anche per contrastare la diffusione di olio extravergine sottocosto nei supermercati che contribuisce a penalizzare i produttori nazionali.

Già di questa primavera la campagna 'Stop olio sottocosto' portata avanti dal Consorzio per la tutela dell'olio extravergine toscano Igp, che a più riprese aveva richiesto a un punto vendita Coop di Firenze di ritirare alcune bottiglie di olio Toscano Igp risalente alla campagna 2016-2017 messe in vendita promozionale (o 'in svendita' secondo il consorzio) a 1,99 euro.

Una azione commerciale che, al di là della libertà di impresa di Coop, non poteva non essere vista come uno svilimento inaccettabile di un intero comparto in costante difficoltà come ha dichiarato a suo tempo il presidente del consorzio Fabrizio Filippi.

Insomma, la strada per una ristrutturazione e una valorizzazione generale del settore olivicolo per quanto lunga e complessa, è ormai necessaria per la salvaguardia di uno dei prodotti simboli dell'agroalimentare italiano.