In breve

  • Poche le regioni che si sono salvate dalla recente ondata di maltempo e dalle piogge insistenti. A rischio il risultato delle semine.
  • Corsa contro il tempo per salvare le orticole nelle serre distrutte dal vento. Molti gli animali salvati nelle zone allagate, ma molti anche quelli annegati.
  • In Puglia le raffiche di scirocco hanno causato molti danni al raccolto di olive.
  • Per l'olio il problema è rappresentato dai prezzi, schiacciati verso il basso dalle importazioni spagnole e dalle politiche della Grande distribuzione organizzata.
  • In calo la produzione dei vigneti lombardi, me ne guadagna la qualità. E i prezzi dei terreni a vite salgono alle stelle.
  • I vini francesi, grazie ad un escamotage, riescono a superare i vincoli dei dazi statunitensi. Ma per l'agroalimentare italiano già si parla di un calo del 20%.
  • Le proposte per la riforma della Pac continuano a insistere su un taglio dei sostegni dedicati all'agricoltura. Per l'Italia si ipotizza un taglio di 370 milioni di euro.
  • All'esame di Bruxelles le nuove etichette a semaforo che piacciono alla Francia. Ma che penalizzano il made in Italy.
  • Budget sforato invece per la tutela dell'ambiente. E per recuperare i denari necessari c'è chi ipotizza di tassare gli agricoltori.
  • Intanto in Puglia non si riescono a spendere in tempo utile i soldi messi a disposizione dalla Ue, che rischiano di tornare nelle casse europee.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Campi allagati

Molti terreni aspettano che sia completata la semina dei cereali, ma i campi sono allagati o intrisi d'acqua e dunque impraticabili, mentre i tempi stringono mettendo in forse i risultati del raccolto che verrà.
Sono le conseguenze della recente ondata di maltempo, raccontata nel caso del frumento dalla “Gazzetta di Mantova” del 16 novembre.

Situazione analoga quella descritta il 19 novembre dal “Corriere di Siena” per le colture del senese, anch'esse sott'acqua.
Ci spostiamo nel Lazio con il “Corriere di Viterbo” per trovare gli stessi problemi in conseguenza della intensità delle piogge.
In Piemonte le conseguenze del maltempo si sono fatte sentire su castagneti e noccioleti del cuneese dove le piante ancora ricche di foglie, come spiega “Il Giornale” del 16 novembre, hanno ceduto sotto il peso della neve.

In Puglia, si legge sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 18 novembre, sono state le forti raffiche di scirocco a danneggiare gli oliveti, facendo cadere a terra i frutti e compromettendo un raccolto già in forse per le temperature oltre la media del periodo.

Nel Metaponto è stata corsa contro il tempo nel tentativo, non sempre andato a buon fine come scrive “La Nuova del Sud”, di salvare le orticole dopo che le serre sono state distrutte dal maltempo.
E' stata corsa contro il tempo anche in Emilia Romagna, in questo caso per salvare gli animali intrappolati nelle stalle allagate, come racconta “Il Resto del Carlino” del 19 novembre.

Per gli allevamenti la presenza di campi allagati si traduce nell'impossibilità di un utilizzo agronomico delle deiezioni degli animali.
L'argomento è preso in esame il 21 novembre dalla "Gazzetta di Mantova", che dà voce alle richieste degli allevatori per uno spostamento dei giorni di spandimento.


La crisi dell'olio

Per l'olivicoltura i problemi, dopo la Xylella e i danni provocati dallo scirocco, continuano con le speculazioni di mercato che deprimono i prezzi dell'olio.
L'allarme lo lancia Assitol, l'associazione delle industrie del settore, che in una breve nota del “Quotidiano di Puglia” denuncia le conseguenze delle tante vendite sotto costo che screditano sia il prodotto sia l'intera filiera.
Gli fa eco il 19 novembre il “Quotidiano di Bari” che raccoglie il dissenso del mondo olivicolo per i prezzi troppo bassi.

A deprimere il mercato, denuncia “Libero” del 17 novembre, sono soprattutto le importazioni dalla Spagna, tesi confermata il 20 novembre dal “Corriere del Mezzogiorno”, secondo il quale la caduta dei prezzi dell'olio è legata in gran parte al prodotto spagnolo di importazione.

Un aiuto alla ripresa dei prezzi dell'olio potrebbe giungere dalla apertura delle gare per l'ammasso privato.
Se ne parla il 21 novembre su "Italia Oggi" che ricorda l'elenco delle date in cui presentare le domande. Il primo periodo va dal 21 al 26 novembre.

E' una fotografia sul settore olivicolo in generale quella proposta da “QN” del 18 novembre per evidenziare da una parte l'aumento atteso nella produzione di olio e dall'altra la necessità di "svecchiare" gli oliveti per massimizzare i risultati.
 

Le vicende dell'uva

Nel mondo del vino si guarda con una certa apprensione il calo produttivo dei vigneti lombardi, con un bilancio di fine vendemmia che secondo “Il Giorno” del 16 novembre comporta una flessione del 25%.
Lo conferma nello stesso giorno anche “Repubblica”, che però sottolinea l'alta qualità del raccolto che consentirà ai vini di Oltrepò e Franciacorta di vantare un'annata da primato.

Vini di qualità che contribuiscono ad aumentare il valore dei terreni sui quali sono prodotti, tanto da suscitare l'interesse di chi investe in campo agroalimentare, come si apprende dalle pagine di “Repubblica” del 18 novembre.

Non accade altrettanto per l'uva siciliana del comparto di Mazzarrone, le cui difficoltà sono descritte il 17 novembre sulle pagine de “La Sicilia”.
Colpa dell'andamento di mercato, ma anche del clima e delle fitopatie che hanno interessato questa area, tanto che i produttori chiedono di essere aiutati con il rinvio dei contributi agricoli e una riduzione della pressione fiscale.
 

Gli effetti dei dazi

Stando a quanto scrive “Italia Oggi” del 15 novembre, un vino francese avrebbe trovato un modo per eludere i dazi statunitensi, ma in Italia le conseguenze di questa guerra commerciale già si fanno sentire.
Secondo le valutazioni riportate da “Il Giornale” del 17 novembre, le vendite dell'agroalimentare italiano sarebbero infatti già crollate del 20%.

Ma si potrebbe dire che non tutti i dazi vengono per nuocere.
È il caso del Taleggio riportato da “L'Eco di Bergamo” del 15 novembre, dove si spiega che sebbene i dazi statunitensi abbiano ridotto le vendite negli Usa, si è avuto al contrario un vantaggio per le nostre esportazioni in Cina.

Sui nostri commerci internazionali pesano anche le incertezze sollevate dalla Brexit.
Le maggiori preoccupazioni, come spiega “La Stampa”, sono in questo caso riferite ai nostri vini spumanti e in particolare del Prosecco, che sul mercato della Gran Bretagna ha dei flussi di esportazione rilevanti.
 

Meno soldi e più tasse

Occhi puntati su Bruxelles alle prese con la formulazione della nuova Pac, la politica agricola comunitaria che dovrà accompagnarci nei prossimi anni.
L'argomento è affrontato il 16 novembre sulle pagine di “Italia Oggi”, che commenta la sforbiciata che la Commissione intende dare al bilancio della Pac, che vede per l'Italia una perdita di complessivi 370 milioni fra aiuti diretti e sostegni ai Psr (Piani di sviluppo rurale).

Fra i settori che potrebbero essere penalizzati dai tagli alla Pac c'è quello delle produzioni biologiche. E' questa la denuncia che "Via Campesina" lancia dalle pagine de "Il Manifesto" del 21 novembre.

Come se non bastasse, dalla Finlandia arriva la proposta di far pagare all'agricoltura una tassa per l'ambiente, una proposta "choc", come la definisce “Il Giornale di Brescia” del 17 novembre.
E' forse sull'agricoltura che Bruxelles vorrebbe far gravare l'extra budget di 500 milioni che il bilancio europeo vorrebbe destinare al contrasto dei mutamenti climatici, argomento del quale si parla su “Il Foglio” del 20 novembre, tema sul quale si sofferma nello stesso giorno “Libero”.

Anche senza chiamare in causa Bruxelles, l'Italia rischia di perdere parte dei soldi messi a disposizione dalla Comunità europea.
Se ne parla sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 18 novembre, per commentare il rischio che almeno 80 milioni di contributi comunitari siano da restituire a causa dei ritardi nella attuazione dei Psr in Puglia.

Restiamo a Bruxelles con l'intervista che il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, ha rilasciato a "Il Sole 24 Ore" del 21 novembre.
Al centro il tema delle etichette "a semaforo" proposte dalla Francia, il cui difetto è quello di penalizzare alcune eccellenze del made in Italy. Ma c'è una proposta italiana, le "etichette a batteria", per superare questo problema.

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