“Diamo atto all’assessore Bandiera della tempestività e della sensibilità rispetto alle problematiche che abbiamo evidenziato”, dichiara Agrinsieme Catania, al termine dell’incontro svoltosi questa mattina presso la sede dell’assessorato Agricoltura.
“Bisogna battersi assieme per un piano agrumicolo nazionale serio, in grado di dare risposte ad un comparto importante a partire dalle risposte fitosanitarie" afferma l’assessore Bandiera, che annuncia: "Giovedì incontrerò il ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, col quale mi farò promotore delle istanze del nostro territorio e al quale chiederò di intervenire presso la Commissione Europea affinché si raggiungano accordi sul commercio internazionale che tutelino le produzioni mediterranee e l’agricoltura siciliana tutta”.
Ma la lista delle richieste di Agrinsieme è lunga: a cominciare dalla mancata programmazione di interventi strutturali e alla carenze di infrastrutture, fino ad un inadeguato controllo e gestione delle fitopatie. Agrinsieme Sicilia Orientale aveva chiesto: "Tornino al centro dell’agenda politica regionale temi importanti, come la riforma dei Consorzi di bonifica, la sburocratizzazione, la gestione Agea, i sostegni fiscali alle imprese".
I documento con le richieste di Agrinsieme
“Servono interventi robusti ed efficaci per superare l’emergenza ed una lungimirante programmazione per far fronte sul piano strutturale alle necessità del sistema agroalimentare del nostro territorio – sostengono i rappresentanti di categoria – L’ammodernamento degli impianti produttivi per dare valore alla qualità, alla competitività nei mercati al consumo e garantire un adeguato sostegno alle politiche di filiera salvaguardando i redditi e l’occupazione, deve essere il filo conduttore di politiche governative, che nell’ambito di una non più rinviabile attuazione del riconoscimento delle condizioni di insularità della Sicilia, determini scelte di vantaggio sulle politiche fiscali, sui costi di trasporto, sul lavoro, sulla logistica e sulle infrastrutture”.Agrumi, emergenza fitopatie: servono risposte
Nel territorio siciliano – ricorda il documento di Agrinsieme - si concentra il 57% delle produzioni nazionali di agrumi, con oltre 10 milioni quintali di arance, 4 milioni di limoni, 600mila di mandarini e 500mila quintali di clementine all’anno che rappresentano i due terzi del raccolto nazionale. Sono circa 70mila ettari nella sola Sicilia orientale dedicati all’agrumicoltura, di questi 15mila ettari sono coltivati a limoni, gli altri ad agrumi arancia amara, e fatta eccezione per i 10mila ettari trasformati dalle imprese, i restanti 45mila ettari di agrumeti sono stati colpiti dal Tristeza virus.“Sono necessari – dichiara Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Sicilia Orientale – un piano di rilancio dell’agrumicoltura siciliana e nazionale, che valorizzi le opportunità offerte dal riconoscimento comunitario Igp, aiuti la diversificazione produttiva e l’allargamento del calendario produttivo, affermi la validità dell’innovazione e della ricerca finalizzata al miglioramento delle cultivar e alla conquista dei mercati sia per il prodotto fresco che per il trasformato. Una cabina di regia nazionale per programmare gli interventi necessari finalizzati all’ammodernamento dell’agrumicoltura e un piano finanziario, tale da favorire una vera e diffusa ristrutturazione sia dal punto di vista della difesa contro le fitopatie conosciute (Tristeza virus) che contro le nuove fitopatie (Citrus black spot e Greening). Anche le colture limonicole segnano il passo e, scontano la presenza delle fitopatie prima fra tutti il Malsecco dei limoni sul quale bisogna intervenire con urgenza”.