La crisi di prezzo delle clementine - innescato dagli eccessi di pioggia in estate e autunno, che ne avevano danneggiato la conservabilità - richiede un intervento dell’ente regione su più livelli e del governo, al fine di rimettere in sicurezza il cuore del comparto agrumario della Calabria.
E’ questo il messaggio lanciato dal presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, che lamenta ancora una forte sperequazione tra i prezzi pagati all’origine per questo agrume e il prezzo al consumo nella Grande distribuzione organizzata. E che ha presentato un ampio dossier proprio all’assessorato Agricoltura. Perché a questo punto anche la declaratoria di stato di calamità da sola non basta.

"Questo sta accadendo sul mercato e i nostri agrumicoltori sono in grande affanno - racconta Aceto – testimoniato dalla impossibilità non solo evidentemente a fare bilancio, ma a tenere fede agli impegni economici e finanziari”.
”Un mercato
- aggiunge il presidente di Coldiretti Calabria- che nell'ultima campagna non è mai decollato e questo ha penalizzato l'economia del territorio ionico tra Sibari e Corigliano-Rossano Calabro, ma anche nella Piana di Rosarno-Gioia Tauro, nel Lametino e anche in altre aree della regione. La sproporzione è clamorosa: per ogni euro speso dal consumatore in clementine fresche soltanto 12-20 centesimi finiscono nelle mani di chi ha coltivato la terra e raccolto i frutti”.

Secondo Coldiretti è indispensabile che la filiera garantisca trasparenza e che possa essere riconosciuto il giusto prezzo agli agricoltori che non possono più produrre senza coprire neanche i costi di produzione. Bisogna rifondare il rapporto con la Gdo, che distribuisce la maggior parte delle produzioni: “E su questo tema il ruolo che possono giocare i governi nazionale e regionale è fondamentale e analogamente, potrebbero attivare o favorire politiche di sostegno dei prezzi, in maniera da scongiurare quello che ripetutamente si è verificato nelle recenti campagne di commercializzazione" sottolinea Aceto.

Coldiretti, oltre a chiedere controlli più stringenti sulle importazioni, ha rivolto alcune specifiche richieste alla Regione Calabria:
  • Un intervento presso Arcea, l’ente pagatore calabrese, per garantire l'erogazione in tempi rapidi dei saldi Pac e Piano di sviluppo rurale relativi alle annualità 2018 e pregresse a tutti gli agricoltori danneggiati;
  • Un intervento presso il governo nazionale per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per gli eccessi di pioggia, le alluvioni e le gelate del 2018 e inizio 2019 ;
  • L'adozione da parte dell'assessorato di un bando monotematico a valere sulla misura 4.1 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la riconversione varietale degli agrumi, al fine di migliorare la competitività sul mercato;
  • L'istituzione di un regime di aiuto regionale, per affrontare la situazione di crisi, con l'adozione del Piano Agrumicolo;
  • L'istituzione di un tavolo di filiera per ridiscutere i rapporti fra gli attori e contrastare le posizioni dominanti.

"Abbiamo - conclude Aceto – la grande responsabilità di valorizzare questo patrimonio con misure efficaci e di sostegno al reddito. Se non vogliamo che gli agrumeti vengano abbandonati e le campagne si spopolino si deve velocemente lavorare per individuare le soluzioni necessarie".