"Abbiamo risposto alla storica carenza di programmazione e di un vero sistema di filiera riproponendo all'attenzione dell'opinione pubblica un paradosso tutto pugliese, ovvero forti nella produzione, deboli sul mercato, un assioma per nulla decifrabile e comprensibile che la dice lunga sulla complessità del sistema produttivo indebolito da avventurieri e speculatori" ha detto Piccinno.
"E' opinione diffusa che estendere i controlli alla tracciabilità significa ledere gli interessi delle lobby e delle multinazionali che grazie alle ormai note operazioni di chirurgia chimica - ha aggiunto Piccinno - riescono a mantenere le loro quote di mercato disattendendo tutte le regole e le norme comunitarie in vigore. Queste situazioni hanno reso l'olio d'oliva uno dei prodotti più coinvolti nell'universo delle frodi alimentari".
Il marchio "Igp Olio di Puglia" sarà ben riconoscibile per il logo distintivo - spiega Coldiretti Puglia - ripreso da un'antica moneta romana che simboleggia l'unità della regione Puglia e il suo legame storico con la coltivazione dell'olivo. Ed è fortissimo sul piano economico il potenziale di questa denominazione: la produzione lorda vendibile del comparto olivicolo-oleario in Puglia è pari al 20% di quella dell'intero settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro, così come il comparto partecipa alla composizione del Pil regionale per il 3%.
"E' un'importante opportunità, da tempo sollecitata dal territorio e su cui sono riposte notevoli aspettative - ha sottolineato David Granieri, presidente nazionale di Unaprol -. Si tratta di un progetto di valorizzazione che, come dimostra il disciplinare, punta decisamente sulla qualità e sulla distintività - ha aggiunto Granieri - in una regione, la Puglia, che fornisce circa il 50% dell'olio italiano".
"Il brand Igp garantirà che l'olio extravergine sia di alta qualità, con parametri chimico-fisici ed organolettici di assoluto valore, faccia bene alla salute, perché il disciplinare prevede che solo oli con un elevato livello di polifenoli possano diventare Igp - è il commento del presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele -. Si certificheranno le proprietà con un apposito claim salutistico in etichetta previsto dall'Ue: un olio sempre fresco, perché dovrà essere imbottigliato entro l'anno di produzione, e di assoluta provenienza regionale. Un olio certamente made in Puglia sia per la produzione delle olive, sia per la trasformazione in olio, ma anche per il confezionamento che dovrà essere effettuato a una distanza definita dal luogo di produzione".
L'Associazione di tutela e valorizzazione dell'Olio extravergine di oliva di Puglia è composta dalle organizzazioni di produttori regionali Associazione di produttori Puglia olive, Oliveti terra di Bari, Coopolio Salento, Olivicoltori di Puglia, Ajprol Taranto, Apulia, Appo, Apol, aderenti alle Unioni nazionali Unaprol, Cno, Unapol, Unasco e Aipo, e dall'Associazione dei Frantoiani di Puglia.