I soldi per rilanciare l’olivicoltura ferita a morte dalla Xylella fastidiosa nel Salento sono ancora fermi.
Perché non è ancora stato pubblicato il decreto del ministero per le Politiche agricole sulla regolamentazione dei reimpianti delle cultivar resistenti - Leccino e Favolosa - fermo alla Corte dei conti per la registrazione, ma anche perché i bandi del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 per finanziare questa attività non sono ancora pronti. In ballo vi sono 45 milioni di euro.
Ma non solo: si rischia di perdere entro agosto anche i soldi del fondo di Solidarietà nazionale, altri 11 milioni, per i ritardi di sindaci e regione, che non riescono a definire le istruttorie degli olivicoltori colpiti dalla calamità.
 

I soldi a disposizione: 56 milioni

Sulla misura 5.2 del Psr Puglia per il ripristino del potenziale produttivo danneggiato da calamità, sono appostati ben 10 milioni di euro. Mentre sulla misura 4.1.C ci sono altri 35 milioni di euro di cofinanziamenti degli investimenti nell'olivicoltura, dedicati proprio alla zona infetta del Salento. Ma dei bandi non c’è traccia. E il decreto è ancora fermo in Corte dei Conti.

Sul fondo di Solidarietà per le imprese del Salento ci sono 11 milioni di euro di compensazioni per i mancati guadagni dovuti alla Xyella sull’annata agraria 2015: ma le istruttorie non sono ancora state chiuse e vanno definite entro agosto prossimo, pena la possibilità per le imprese - che hanno pure presentato istanza nei termini - di non poter più incassare questi soldi.
 

Confagricoltura: fare presto

Da giorni Confagricoltura sta facendo pressioni fortissime perché il decreto sia pubblicato. E' da questa organizzazione che AgroNotizie apprende che il provvedimento è ancora fermo alla Corte dei Conti per la registrazione: "Speriamo di averlo presto pubblicato in Gazzetta ufficiale – ha detto Pantaleo Greco, presidente della Federazione nazionale di prodotto olivicolo olearia dell’organizzazione, salentino e che ha il polso della situazione – Occorre sbloccare presto i reimpianti, perché su 100mila ettari di superficie olivetata della provincia di Lecce ormai dal 50 al 60% sono compromessi definitivamente dall’infezione”.
Intanto il tempo passa e si avvicina il periodo nel quale i reimpianti possono essere fatti sul piano agronomico: tra l’inizio del prossimo autunno e la primavera 2019, visto che la stagione di messa a dimora 2017-2018 è ormai da considerarsi persa.
 

Coldiretti invoca i bandi Psr e il fondo di Solidarietà

A sottolineare il ritardo dei bandi di regione Puglia è invece il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno"I due bandi del Psr Puglia che potrebbero dare un minimo di ristoro alle imprese agricole salentine restano ancora opere incompiute, quando, invece, avrebbero dovuto essere già abbondantemente definiti.
L'alibi della mancata pubblicazione del decreto del ministero delle Politiche agricole sulla regolamentazione dei reimpianti nell'area infetta, non regge più. Il decreto è già pronto, addirittura è stato firmato dal ministro Martina, mentre il bando relativo alla misura 4.1C sugli investimenti dedicati all'area infetta per il miglioramento fondiario non è ancora stato completato. Per cui rischiamo che l'attimo dopo la pubblicazione del Decreto, non avremo lo strumento confezionato e pronto ad aprire le procedure".
"Stessa situazione
– conclude Piccinno – per la misura 5.2 del Psr, utile al ripristino del capitale fondiario. Anche in questo caso non è ancora pronto lo strumento operativo".

"La burocrazia sta dando il colpo di grazia alle imprese agricole salentine – incalza il direttore di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brillante – anche sul fronte delle domande per la richiesta di risarcimento dei danni causati da Xylella fastidiosa e l'accesso alle risorse del Fondo di solidarietà nazionale, come da decreto legislativo 102/2004. Il rimpallo tra Regione Puglia e Comuni ha ingigantito la voragine dei ritardi. L'iter che doveva essere chiuso 90 giorni dopo la pubblicazione del Decreto ministeriale di riconoscimento della calamità naturale, ovvero entro dicembre 2015, non è ancora stato completato.
Se i Comuni non chiuderanno l'istruttoria delle domande entro marzo 2018 e non saranno spese tutte le relative risorse entro il 3 agosto 2018, gli 11 milioni di euro destinati alle imprese agricole salentine, rimaste senza reddito da quattro anni per colpa della Xylella, dovranno essere restituiti allo Stato, una inaccettabile beffa per i coltivatori che hanno subito un danno superiore al 30% della produzione lorda vendibile".