Un imprenditore acquista 21 ettari di terreno in società con un altro e il fatto diventa una notizia che fa il giro dei media. Evidentemente se l'imprenditore è Angelo Gaja, un nome noto dell'universo vitivinicolo piemontese ed italiano, il socio si chiama Alberto Graci, giovane vignaiolo talentuoso siciliano, ed i terreni si trovano in Sicilia, territorio che si sta facendo largo come regione enoica emergente, la notizia c'è: al punto da strappare anche il commento entusiasta di Antonello Cracolici, assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana.

A contribuire all'attrazione fatale tra Gaja e l'isola più grande del Mediterraneo ci sono la magia ed i numeri del comparto vitivinicolo della Sicilia.

Dalla Sicilia come brand ricco di fascino e luogo di sfide e vini importanti, tema reale e spesso evocato dall'assessore Cracolici, ai numeri incontrovertibili emersi già lo scorso marzo durante "Sicilia en Primeru" e rilanciati a Verona durante il Vinitaly, la regione occupa il quarto posto in Italia nella produzione regionale di vino ed ha registrato nel 2016 una crescita significativa per l'export (+13,6%), piazzandosi tra le prime dieci regioni.
Il 70% delle produzioni è Dop-Igp e l'isola è in testa alla classifica delle superfici biologiche italiane.

Dopo la Toscana di Bolgheri e di Montalcino, Angelo Gaja ha deciso di investire anche sull'Etna. Il produttore simbolo di Barbaresco ha acquistato i 21 ettari di terreno (15 dei quali già vitati a Nerello Mascalese) nel territorio di Biancavilla, versante Sud-Ovest del vulcano, in società con Alberto Graci.

La notizia dello sbarco in Sicilia parte da Cronache di Gusto, giornale online siciliano. Fabrizio Carrera, che ne è direttore, commenta: "L'arrivo di Angelo Gaja sull'Etna provocherà uno scossone benefico. Intanto perché l'investimento di uno dei più grandi produttori di vino al mondo suggella, qualora ve ne fosse ancora bisogno, l'importanza dell'Etna come terroir di prim'ordine nello scacchiere internazionale. E anche perché spariglia le carte, puntando sul versante finora più snobbato".

Angelo Gaja intanto conferma la notizia dell'acquisizione al quotidiano torinese La Stampa: "Faremo le cose senza fretta, passo dopo passo. Arrivo sull'Etna per imparare. E per raccogliere frutti che non ho coltivato io. Perché l'Etna? Era una cosa che sentivo sotto pelle da un po' di tempo: è il luogo di vini eleganti, difficili da capire e che per destino faccio anche qui in Langa. Tutto questo mi affascina molto". 

"La notizia che un produttore di vino importante come Angelo Gaja ha deciso di investire in Sicilia comprando vigneti sull'Etna ci riempie di orgoglio e di soddisfazione - afferma in una nota Antonello Cracolici.
"Gaja, dicono gli addetti ai lavori, sta al vino come le Ferrari al mondo delle auto. Ne verrà fuori uno scossone benefico per tutti. E' una bella notizia per la Sicilia produttiva e lungimirante. Lo è ancor di più se pensiamo che la scommessa di Gaja è condivisa con un giovane vignaiolo etneo come Alberto Graci. Tutto questo consolida l'idea di una Sicilia, quella agricola in particolare, che piace, ormai un brand da portare a testa alta in giro per il mondo".