E c'è anche una buona notizia: sarà possibile salvare gli olivi monumentali con gli innesti di cultivar resilienti all’infezione.
Ad aprire i lavori è stato il presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo che ha definito l’evento un’importante occasione di approfondimento dei presupposti scientifici della fitopatologia della Xylella, mettendo in risalto l’elevato contributo derivante dai suggerimenti tecnici del professor Giovanni Martelli dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari e accademico dei Lincei e del professor Enrico Bucci della Temple University di Philadelphia e componente della Commissione di ricerca Accademia dei Lincei.
“Non ci sono dubbi scientifici circa il fatto che l’infezione da Xylella fastidiosa sia correlata con i sintomi di disseccamento”. Così Enrico Bucci, secondo cui gli olivi che non mostrano sintomi sono spiegabili sia con errori di metodo, sia con altri fattori noti, che forse anche con la presenza minoritaria di varietà resistenti.
Giovanni Martelli si è soffermato sulle risultanze emerse dalle analisi condotte su larga scala nel Salento. In particolare è emerso che tutte le piante di focolai maturi e con sintomi conclamati di Codiro (Complesso del disseccamento rapido dell'olivo) sono risultate affette da Xylella, ad ulteriore conferma del ruolo del batterio quale agente causale della malattia.
I due metodi diagnostici adottati (Elisa e PCR) hanno dimostrato sensibilità adeguata all’intercettazione dei focolai. Tuttavia in alcuni casi (focolai maturi, germoplasma suscettibile Ogliarola/Cellina) usando il metodo più sensibile (PCR) sono stati riscontrati possibili falsi negativi. La presenza di campioni di germoplasma resistente condiziona le percentuali di incidenza di Xylella ottenuta dai monitoraggi.
Martelli ha infine spiegato che l’unico modo per salvare gli ulivi monumentali può essere quello degli innesti, una idea degli agricoltori che ha trovato ottimi riscontri. Inoltre ha sottolineato che possono esistere altri vettori, anche in altre aree rispetto al Salento.
Il dirigente dell’ufficio Osservatorio fitosanitario, Silvio Schito, ha espresso la sua condivisione rispetto all’esito della giornata di lavori. “Un metodo condivisibile per fare chiarezza scientificamente" ha detto.