E Coldiretti Puglia è già sul piede di guerra.
Lo scorso anno, nella stessa data di oggi, 13 aprile 2016, lo stesso grano duro fino a Foggia quotava 243 euro la tonnellata sui valori minimi, spuntando sui massimi 248 euro, ed aveva già iniziato una fase discendente protrattasi fino al periodo della mietitura. Rispetto ai massimi in un anno il grano duro di miglior qualità ha perso il 21,37% del valore.
Il grano duro idoneo per ottenere una buona semola da pastificazione, con l'11,50% di tenore in proteine, del peso di 79-80 chilogrammi ogni 100 litri, umidità al 12%, chicchi spezzati massimi al 6%, farinosi 1%, bianconati fino al 35% e nulli allo 0,50, si avvia con queste quotazioni e con operazioni improntate alla calma verso il periodo di fine campagna commerciale della mietitura 2016.
Il prezzo non risente positivamente delle previsioni di semina, che raccontano un dato negativo intorno al 7% per la campagna 2016/2017, e sembra ancora riflettere invece un'annata agraria quantitativamente generosa, quella del 2016, dove però la qualità del grano duro italiano lasciò molto a desiderare. Argomento che giustificò, a detta di molini e pastifici, un moderato incremento delle importazioni.
Intanto si è riaccesa la protesta in Puglia per i prezzi del grano in forte calo.
Importazioni ininterrotte di prodotto estero, accordo Ceta tra Ue e Canada che preoccupa e non poco il mondo agricolo e la necessità della legge sull'etichettatura e della Commissione unica nazionale con sede in Puglia, sono stati gli argomenti discussi nel corso dell'assemblea organizzata dalla Coldiretti ad Altamura. Assemblea alla quale hanno partecipato, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali, il direttore della Coldiretti Bari Marino Pilati e il direttore della Coldiretti Puglia Angelo Corsetti.