Consolidare quanto di positivo è stato fatto nell'ultimo triennio (nuova sede, mappatura del territorio, crescita mercato internazionale, Fondazione) e potenziare il ruolo trainante del Consorzio per sviluppare l'economia montalcinese "perché solo con un territorio forte c’è un Brunello vincente".
Questi i punti caratterizzanti il nuovo mandato. Il Consiglio di amministrazione ha eletto Patrizio Cencioni alla guida del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, il quale restare in carica fino al 2019.

Il Consiglio ha inoltre eletto i tre vice presidenti: Tommaso Cortonesi (31 anni alla guida della tenuta La Mannella), Andrea Machetti (50 anni amministratore delegato di Mastrojanni, Gruppo Illy), Riccardo Talenti (37 anni è il proprietario dell'omonima azienda).

Patrizio Cencioni, sessanta anni, alla guida dell'azienda Capanna, una delle tenute storiche della terra del Brunello, era già stato presidente nel 2008 e vice presidente durante lo scorso mandato.

Per i prossimi tre anni, il presidente, sarà al vertice di una realtà che nel 2015 ha prodotto 9,8 milioni di bottiglie di Brunello (+11% rispetto al 2014) e 4.500.000 (+17%) di Rosso di Montalcino, 20mila bottiglie di Moscadello e 300mila bottiglie di Sant'Antimo per un giro di affari di 187 milioni di euro ed una quota export del 70%.

Quello di Cencioni sarà un mandato all'insegna della continuità.
Come il presidente stesso ha voluto sottolineare, "sarà un impegno che fa leva sulla sinergia e collaborazione tra produttori, Consorzio, istituzioni e che da un lato porterà avanti alcune iniziative molto importanti già avviate dal precedente cda come il progetto mappatura del territorio e la Fondazione Brunello di Montalcino, altro grande strumento di crescita del 'sistema montalcinese'. Dall'altro sarà impegnato ad ampliare e consolidare il brand Brunello sul mercato internazionale, soprattutto in quelle aree potenzialmente molto interessanti ma dove la concorrenza è forte".

"L'obiettivo del Consorzio è infatti quello di svolgere un ruolo oggi sempre più cruciale cioè di agenzia di sviluppo territoriale perché solo con un territorio forte c’è un Brunello vincente. Ciò anche attraverso un nuovo modo di fare promozione e raccontare il vino. Puntando sui giovani, come dimostra la scelta dei vice presidenti. Vogliamo far capire al mondo che il Brunello è unico perché è frutto di un sistema basato sulla complementarietà tra i grandi produttori, che rappresentano alcuni dei player più importanti del sistema vitivinicolo nazionale, e i piccoli vignaioli, custodi della tradizione e dell'alto artigianato enologico. Ma non solo, ci sono le storie, i saperi, le competenze e le strutture di un territorio secolare.
In tal senso la ricorrenza dei cinquant'anni dalla fondazione saranno un'occasione eccezionale intorno cui costruire nuove iniziative di valorizzazione del Brunello e del territorio"
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