Stavolta la mobilitazione ha preso la forma di tre sit-in a Roma, presso la Camera dei Deputati, il ministero dell’Economia e delle Finanze e quello delle Politiche agricole.
"Siamo venuti perché la situazione è ormai insostenibile – ci ha detto con termini tutt’altro che pacati uno dei manifestanti del presidio di fronte al Mipaaf – e se chi di dovere non si muove oggi, per molti di noi non ci sarà un domani".
Al termine della mobilitazione i rappresentanti di Agrinsieme hanno incontrato la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, il consigliere della presidente della Camera Carlo Leoni, il presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Luca Sani, i rappresentanti della Commissione Agricoltura, della Conferenza delle Regioni e del ministero dell’Economia e delle Finanze, a cui è stato consegnato un articolato documento con proposte e priorità del mondo agricolo. Domani poi Agrinsieme incontrerà i rappresentanti della Commissione Agricoltura del Senato.
Tema centrale della protesta la questione dell’Imu agricola. Le misure tampone decise sinora sono, secondo Agrinsieme, assolutamente insufficienti per lenire gli effetti di una tassazione che grava in maniera pesantissima sui fattori di produzione e rimane la questione centrale di una progressività impositiva che ha visto quasi triplicare il carico fiscale: la vecchia Ici era di 350 milioni di euro, oggi siamo a 900 milioni di euro. "Soprattutto è stato sbagliato il modo con cui è stato fatto questo provvedimento - dichiara Agrinsieme - Per questo occorre fermarsi subito".
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Al di là della questione Imu, Agrinsieme ha quindi evidenziato tutta una serie di priorità: accelerare l’applicazione della riforma della Pac superando alcune recenti decisioni negative e non in linea con le aspettative delle imprese; garantire massima flessibilità e tolleranza per il non rispetto del greening; approvare rapidamente i Psr e partire quanto prima con i bandi; intervenire sui gap strutturali che minano la redditività agricola; definire rapidamente le forme dell’organizzazione economica (le organizzazioni di prodotto e l’interprofessione); applicare le normative ambientali e sanitarie tenendo conto delle esigenze delle imprese, dei processi produttivi e della competitività; spingere con convinzione sulla diversificazione ed in particolare sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; puntare sul “lavoro vero” in agricoltura (con misure specifiche per il settore e riducendo il cuneo fiscale) e incentivare l’attività agricola come strumento di gestione del territorio per evitare il dissesto.
Agrinsieme ha infine chiesto di intervenire sui mercati in crisi che subiscono i contraccolpi dovuti ai problemi produttivi e climatici, alle fitopatie, ai cali dei consumi e dall’export.