Questo il commento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Simona Caselli, alla firma del contratto quadro del pomodoro da industria per la campagna 2015, tra le Organizzazioni dei produttori del nord Italia e le rappresentanze delle imprese di trasformazione.
Cosa prevede l'accordo
La produzione concordata è compresa tra le 2.450.000 e 2.650.000 tonnellate, mentre per quanto riguarda il livello di remunerazione il prezzo di riferimento dell’accordo è 92 euro a tonnellata.
Tra i punti qualificanti del contratto quadro anche l’obbligo di rispettare i disciplinari di produzione integrata a garanzia della qualità del prodotto finale.
Importanti innovazioni riguardano l’introduzione di una penalità per la parte produttiva in caso di superamento dell’obiettivo stabilito e una premialità compensativa corrispondente, in caso di non raggiungimento della soglia minima prevista. Va sottolineata l’introduzione di questo principio di penalizzazione/premialità utile per evitare gli eccessi produttivi o la mancanza di produzione, con lo scopo di mantenere in equilibrio la filiera produttiva.
L’intesa esprime stabilità anche relativamente al capitolato qualitativo, confermandolo in toto a parte l’abbassamento dal 40% al 30% della riduzione di prezzo per i difetti minori. Per poter programmare la produzione al meglio si è infine stabilito che i singoli contratti dovranno essere depositati all’Oi – l’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia che svolge un’attività importante di garante e di sostegno nella filiera - entro tre settimane, con una media produttiva contrattata per singola Op compresa fra 69 e 71 tonnellate per ettaro.
"Certezze ad agricoltori e industria alimentare"
“Accordi come questo – ha sottolineato l'assessore Caselli - servono a dare certezze sia agli agricoltori che all’industria di trasformazione e a creare le condizioni per poter competere su mercati caratterizzati da concorrenti come la Spagna, il Portogallo e la California, che hanno costi di produzione e trasformazione molto inferiori. Competitività per noi significa dunque qualità del prodotto sia iniziale, grazie ai disciplinari di produzione integrata, che finale, grazie all’eccellenza della nostra industria di trasformazione. E’ la strada da seguire anche per altri comparti”.
Le perplessità di Confagricoltura Emilia Romagna
“Non sono state recepite le richieste di modifica dei parametri qualitativi – sottolinea il presidente della sezione di prodotto Pomodoro da Industria di Confagricoltura Emilia-Romagna, Giovanni Lambertini – Occorreva riscrivere e fissare una volta per tutte le modalità di valutazione qualitativa del prodotto, annosa questione che anche questa volta rischia di poter condizionare pesantemente il prezzo in corso di campagna. E’ pur vero che qualche miglioria è stata introdotta, ma non di carattere sostanziale”.
L'organizzazione si dice poco convinta anche sul prezzo: “Se consideriamo che l’indice medio di pagamento negli ultimi tre anni, è stato del 90%, ecco che il prezzo a consuntivo atteso potrebbe essere di 82.80 euro/tonnellata che con le modifiche delle scalette qualitative potrà raggiungere gli 83 euro. Una quotazione insoddisfacente e che ci pone da subito in affanno rispetto ai produttori degli altri paesi competitor come la Spagna che dedicano a questa coltura contributi aggiuntivi considerevoli”.
“Inoltre – prosegue Lambertini – l’accordo prevede queste quotazioni di riferimento sino al raggiungimento di 2.650.000 tonnellate: un obiettivo quantitativo che, salvo una campagna disastrosa, sarà facilmente raggiunto e superato il quale, sono previsti tagli di prezzo progressivi. Solo se si produrranno meno di 2.450.000 tonnellate è previsto un meccanismo compensatorio”.
“Ora spetta alle Organizzazioni di prodotto - conclude Lambertini - programmare la campagna con l’obiettivo di assicurare la massima redditività agli associati”.
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Fonte: Agronotizie