Sostanzioso antipasto pre-Macfrut ieri a Cesena: alla vigilia della 31ma edizione, che prende il via oggi, mercoledì 24 settembre, il quartiere fieristico cesenate ha ospitato due interessanti convegni dedicati ad altrettante produzioni di spicco.

Pera: prospettive e opportunità
Nel pomeriggio si è tenuto in Sala Europa il convegno “La situazione produttiva e commerciale delle pere: criticità, prospettive e opportunità”.
Elisa Macchi, direttore del Cso di Ferrara, ha aperto i lavori fornendo un aggiornamento sulla situazione produttiva mondiale che vede l’Italia come principale produttore di pere a livello europeo, con circa 700 mila tonnellate (-3% sul 2013) sulle 2,27 milioni di tonnellate stimate nell’Unione europea (Fonte: Wapa-World Apple and Pear Association), in calo del 4% rispetto al periodo 2009-2012. La qualità generale del prodotto si mostra complessivamente buona
Sul piano commerciale una delle principali criticità riguarda il progressivo calo degli acquisti al dettaglio da parte delle famiglie italiane, passati da circa 460 mila tonnellate del 2000 a circa 319 mila tonnellate nel 2013 (dati GFK Italia). Tra il 2012 e il 2013 gli acquisti di pere al dettaglio registrano una flessione pari al 10%, anche se nei primi mesi del 2014 (periodo gennaio-luglio) si nota un +1% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
Alla diminuzione del consumo nazionale si è aggiunto nell’ultimo mese il problema dell’embargo deciso dalla Russia sulle importazioni europee. Due dei principali competitor italiani, Olanda e Belgio hanno destinato in Russia oltre 170 mila tonnellate di pere nel 2013/14. Da qui, ha detto Macchi, “la necessità di esportare maggiormente in nuovi mercati accessibili (Brasile, Usa, Emirati Arabi e Arabia Saudita) e di aprire quelli oggi inaccessibili (Cina, Vietnam, Indonesia e Messico)”.
 
Nei prossimi anni assisteremo a una 'guerra' sul mercato internazionale tra la Conference di Belgio e Olanda, la portoghese Rocha e la nostra Abate" ha dichiarato Marco Salvi intervenuto per conto dell’Op Afe. "L’Abate tra queste “è comunque la varietà più interessante; oggi dobbiamo investire per spiegare al meglio al consumatore le sue peculiarità e spingere sull’inserimento di questa varietà all’estero” ha aggiunto Gabriele Ferri (Naturitalia). Ilenio Bastoni di Apofruit ha evidenziato come la campagna sia partita con “stoccaggi superiori rispetto all’anno  precedente”, sottolineando che l’Italia deve puntare a sviluppare i mercati del Medio Oriente e, soprattutto, riuscire ad ottenere le autorizzazioni per entrare sul mercato cinese. “Anche l’ampiezza di gamma, e quindi la possibilità di offrire varietà innovative – ha detto Paolo Marconi di Alegra – è un valore aggiunto primario per potersi imporre sui mercati esteri”.
 
Nazario Battelli, presidente di Ortofrutta Italia-Organizzazione interprofessionale dell’Ortofrutta Italiana ha ricordato che “lo strumento dell’Oi è un'opportunità offerta alla filiera per poter difendere e sostenere il comparto e può essere visto, in sostanza, come una prova di maturità per le filiere produttive”.
 
Al convegno hanno partecipato anche Daniele Missere (Crpv), Gianni Amidei (Oi Pera), Emilio Gatto del Dipartimento Politiche Competitive e Qualità Agroalimentare (Mipaaf), Alessandro Palmieri del Dipartimento di Scienze agrarie dell'Università di Bologna.

Asparago: una coltivazione che guarda al futuro
Un approfondito focus quello su un ortaggio promettente quello realizzato in occasione del convegno “Asparago: una coltivazione che guarda al futuro” che in una Sala Verde gremita ha fatto il punto su produzione, commercializzazione, consumi e prospettive.
A livello globale la Cina domina lo scenario davanti al Perù mentre i primi dieci Paesi produttori (l’Italia è ottava) concentrano il 98% dell’offerta mondiale.
L’Italia “tiene” le posizioni i consumi sono sostanzialmente stabili e l’export cresce sensibilmente, ma ci sono margini di crescita puntando su innalzamento della qualità, ampliamento del periodo produttivo, miglioramento delle tecniche di raccolta e partnership con l'industria di trasformazione. Il tutto con un obiettivo: aumentare i consumi e la penetrazione tra le famiglie italiane, oggi inferiore al 40%. Al convegno, che si è sviluppato per l’intera giornata e si è concluso con un serrato dibattito tra il pubblico presente e i relatori, sono intervenuti tra gli altri Tomas Bosi del Centro servizi ortofrutticoli (Cso), Luciano Trentini di Areflh, Loredana Antoniacci, Servizio fitosanitario Regione Emilia-Romagna e Silver Giorgini di Orogel Cesena.