"La nostra è una battaglia per il territorio e per la qualità". Con queste parole il presidente di Oliveti Terra di Bari, Gennaro Sicolo, ha aperto i lavori della tavola rotonda "Pivolio, ricerca e qualità per lo sviluppo dell'olivicoltura pugliese" in cui sono stati presentati i risultati del primo anno di lavoro del progetto finanziato dal ministero dell'Università e della Ricerca.

"Per la prima volta, le Università di Bari e di Lecce, i Centri di ricerca e i coltivatori diretti collaborano tra loro per combattere in maniera sinergica frodi e contraffazioni attraverso la creazione di una carta di identità dell'olio extravergine d'oliva pugliese", ha rimarcato Sicolo. Le aziende Oliveti Terra di Bari e Olearia Basile di Andria, in collaborazione con il Consorzio Carso e il Cra Rende (Cosenza), hanno provveduto in questi mesi ad individuare le aree geografiche e a georeferenziare 450 alberi, ognuno dei quali è stato munito di una targa recante il codice alfanumerico d’identificazione. Da ogni albero, poi, sono state raccolte le olive ed è stato prodotto l’olio attraverso la tecnica della micromolitura. L’olio così ottenuto è stato suddiviso in campioni analizzati, con l'ausilio dell'Università di Lecce, da due piattaforme di risonanza magnetica nucleare. Nei prossimi mesi l’Azienda Apulia Biotech e l'Università di Bari completeranno il database in cui saranno immessi i dati ottenuti da tutte le unità operative di ricerca.

Sarà così costituito, per la prima volta in Puglia, il primo database dell'olio extravergine d'oliva relativo alle quattro cultivar: Coratina, Ogliarola, Cima di Mola e Peranzana. “Lo scopo è quello di collegare le caratteristiche organolettiche e nutraceutiche dell’olio extravergine d’oliva monovarietale con quelle genetiche della pianta di provenienza – ha sottolineato Antonio Moschetta, già direttore scientifico dell’Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari –. Questo database servirà ai produttori per sostenere scientificamente il loro prodotto ed ai consumatori per essere informati sulla provenienza e sugli effetti antinfiammatori e antitumorali dell’olio che assumono”.

“I dati acquisiti dalle analisi caratterizzeranno meglio il prodotto pugliese e lo renderanno più competitivo, sul mercato nazionale e internazionale, con gli oli extravergine d’oliva delle altre regioni
”, ha concluso il senatore Dario Stefano.