Nell'incontro che l'assessore all'Agricoltura della Lombardia Gianni Fava ha avuto ieri mattina con i presidenti e i direttori dei sindacati agricoli (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Confcooperative, Legacoop) è stata raggiunta, sul tema della Pac, una convergenza circa la necessità che la maggior parte delle risorse erogate con la formula accoppiata (legata cioè alla produzione), che rappresentano il 15 per cento del budget comunitario assegnato all'Italia, siano destinate alla zootecnia e al riso, produzioni tipiche del territorio lombardo e della Macroregione agricola del Nord. Un'intesa che risponde alle esigenze del comparto primario lombardo, che produce il 42 per cento del latte, della carne suina e del riso made in Italy.

Condivisa dai sindacati agricoli anche la necessità, sottolineata in apertura dell'incontro dall'assessore Fava, "di arrivare in fretta a un accordo sulla ripartizione delle risorse e delle linee principali, in modo da non abbandonare le imprese agricole, considerato ormai che il contributo Pac è parte integrante del reddito aziendale". Fava ha ribadito la propria disponibilità "a farsi carico di portare una posizione lombarda sui temi rilevanti della Pac: l'agricoltore attivo, la black list, i giovani, elementi in grado di creare una forte identità alla prima regione europea in termini di produzione agroalimentare".

Il confronto con i sindacati agricoli della Lombardia prosegue, "affinché si possa definire il prossimo Programma di sviluppo rurale, nell'attesa che il ministero delle Politiche agricole sciolga le proprie riserve - ha detto Fava -. Vogliamo accelerare al massimo". Un impegno, quello dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Lombardia, che è stato riconosciuto da tutti i rappresentanti del mondo agricolo lombardo. La missione è quella di sostenere il settore primario in un processo di evoluzione che vede sempre più gli imprenditori agricoli confrontarsi con il mercato e il ricambio generazionale.