Siamo esterrefatti" affermano i presidenti di Cno Gennaro Sicolo e di Unaprol Massimo Gargano in una nota congiunta "che importanti componenti del mondo sindacale, in particolare Confagricoltura, propongano una rapida retromarcia italiana. Non è così che si difendono gli interessi di chi produce autentica qualità, fra mille difficoltà di mercato e sostenendo superiori costi di produzione rispetto ad altri concorrenti. Ci auguriamo - dicono in una nota i due presidenti - che il ministro De Girolamo prosegua con convinzione nel far applicare la Legge Mongiello grazie alla quale l’Europa ha cambiato atteggiamento, adottando norme anti-frode più restrittive nella commercializzazione degli oli extra vergine di oliva e ha conferito alle forze dell’ordine un quadro normativo certo nel quale operare contro le sofisticazioni”.

Nel comunicato congiunto si ricorda che il settore olivicolo italiano ha appena salutato con soddisfazione la recente decisione di Bruxelles di abbassare i limiti ammessi per i parametri analitici dell’olio di oliva: "Da sempre l’Italia ha difeso la propria qualità imponendo limiti più restrittivi e ottenendo che l’Europa riconoscesse la necessità di un progressivo adeguamento". Nel 2012 l’Italia ha importato solo da Spagna, Grecia e Tunisia complessivamente circa 600 tonnellate di prodotto a fronte di una produzione di nazionale di circa 500 mila tonnellate.
"Rinunciare alla Legge Mongiello sarebbe come allentare la morsa dei controlli e permettere a oli stranieri di potersi fregiare fraudolentemente dell’origine italiana".