"In termini quantitativi - sottolinea la Coldiretti - si è verificato un aumento del 6% della domanda estera del piatto principe della dieta mediterranea a cui vengono unanimemente riconosciute importanti proprietà salutistiche. A spingere le esportazioni è stata anche la capacità di innovazione dell’industria italiana con l’affermarsi sul mercato della pasta ottenuta al 100% dal grano italiano per iniziativa del progetto Firmato dagli agricoltori italiani, Fai, della Coldiretti". La Coldiretti avverte però che, nonostante questo successo, il grano duro viene sottopagato agli agricoltori italiani su valori di 25 centesimi al chilo, inferiori di circa il 20% rispetto allo scorso anno, che non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Una situazione che rischia di far chiudere le aziende agricole e che è favorita dalla mancanza della trasparenza in etichetta dove, spiega la Coldiretti, non è ancora obbligatorio indicare la provenienza del grano impiegato.
"A livello nazionale i consumi di pasta delle famiglie italiane - sottolinea la Coldiretti - hanno tenuto più degli altri prodotti con un calo di appena l’1,3% in termini quantitativi, sulla base dei dati relativi ai primi otto mesi del 2013. La produzione nazionale di pasta nel 2012 si è mantenuta sostanzialmente stabile, con 3,3 miliardi di chili prodotti per un valore di oltre 4,6 miliardi di euro secondo Aidepi, mentre il consumo pro capite si è attestato sui 26 kg una quantità che è tre volte superiore a quella di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quella di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quella di un giapponese. Nel podio dei mangiatori di pasta - conclude la Coldiretti - si piazzano dietro al nostro Paese il Venezuela, con 13 chili all’anno a testa, e la Tunisia, con 12 chili all’anno pro capite".
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Fonte: Coldiretti