"Rispetto all’ulteriore grido di allarme da parte del mondo castanicolo, ripreso in questi giorni dalla stampa regionale, risulta necessario prestare attenzione ai fenomeni che stanno mettendo in crisi il settore senza perdere di vista quanto è stato già fatto, né il percorso intrapreso dalla Regione Campania". Così il Consiglio regionale della Campania in una nota che prosegue ricordando che la Campania, nel  periodo 1999-2007, fonte Istat, da sola contribuiva al 42% della produzione castanicola totale nazionale; dato fortemente ridimensionato oggi dagli effetti negativi del cinipide. Gli attuali cali produttivi sono connessi anche ai cambiamenti climatici, soprattutto a causa del global warming, così come è emerso dal quarto incontro dei rappresentanti europei del settore castanicolo. Oggi in Campania, dopo i lanci dell’antagonista Torymus sinensis, parassitoide del cinipide, il territorio restituisce risultati eterogenei, a macchia di leopardo. In alcune zone si registrano risultati maggiori della lotta biologica, in altre, a parità di lanci, i risultati sono minori e dovendo individuarne le cause non si possono escludere le mancate attività di prevenzione e di cura sui castagneti demaniali che, ove abbandonati, facilitano la propagazione dei focolai del cinipide.

Il Consiglio regionale con la legge regionale n. 13 del 21 maggio 2012, riconosciuto l’alto valore economico della coltura del castagno ha considerato l’infezione da imenottero cinipide galligeno un’emergenza regionale, stanziando risorse per favorire e potenziare la lotta contro il cinipide. Inoltre la Commissione Agricoltura del Consiglio ha svolto un'intensa attività a tutela del settore, sollecitando nuovi moduli di ricerca di altre forme di lotta al cinipide, sperimentando anche l’utilizzo di prodotti consentiti nell’agricoltura biologica, nonché  per il sostegno del comparto produttivo. Due risultati importanti conseguiti: il Decreto del Mipaaf del 25 gennaio scorso, che ha riconosciuto i danni subiti dalle produzioni castanicole regionali, e in particolare di quelle irpine, e l’adozione da parte dell’assessorato regionale all’Agricoltura delle Linee di indirizzo agronomico per prevenire e contenere il degrado vegetativo e produttivo dei castagneti da frutto.

Seguiamo con attenzione l’iter della proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati il 21 marzo scorso, per favorire interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei castagneti – ha detto il presidente Foglia auspicando che il contenuto della stessa possa essere recepito anche in uno dei Disegni di Legge preannunziati dal Governo a favore dell’Agricoltura”. Sulla base dei limiti e delle difficoltà del Psr 2007-2013 a favore della castanicoltura campana, la nuova programmazione Pac 2020, in sede ministeriale, dovrà rivolgere la giusta attenzione, nell’ambito dei criteri di flessibilità previsti per la domanda unica di pagamento a favore del castagno, ma anche della frutta in guscio, per beneficiare degli aiuti consentiti. Bisogna fare ricorso agli strumenti previsti dalla Pac 2020 per la gestione dei rischi con la possibilità di creare un fondo mutualistico che permetta una maggiore garanzia di reddito per i castanicoltori nei periodi in cui calano i prezzi o si registrano cali di produzione.