Un risultato importante, che ha visto il coinvolgimento di molti soggetti, coordinati da Cso ed Assomela: le rappresentanze diplomatiche a Roma e Washington, i Servizi fitosanitari dell'Emilia Romagna e del Trentino-Alto Adige, i Centri di consulenza tecnica e il ministero delle Politiche agricole.
I primi controlli hanno già dato esito pienamente positivo ed entro la fine della settimana corrente i primi due container di mele e i sette container di pere saranno inviati al porto di Genova per la partenza verso gli Stati Uniti, dove si prede l’arrivo per metà ottobre.
Entro il 20 di ottobre mele e pere saranno quindi disponibili per i primi consumatori di oltre oceano.
In questa sua prima fase operativa, il progetto ha coinvolto i gruppi Agrintesa, Apofruit, Fruit Modena Group, Mazzoni, Patfrut e Salvi per la pera Abate dell’Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda le mele, invece, i Consorzi Melinda, la Trentina, Vog Terlano (Marlene) e Vip (Val Venosta) per il Trentino alto Adige sono i compagni di viaggio in questa sfida, con le varietà Gala, Golden, Granny Smith e Fuji che saranno commercializzate unitariamente attraverso il consorzio From.
L’obiettivo dei produttori per questo primo test, è rappresentato dalla collocazione di un quantitativo limitato di prodotto di alta qualità in alcune grandi città della fascia Est degli Stati Uniti d’America, dove risiedono oltre 6.000.000 di cittadini di origini italiane, sugli oltre 20.000.000 distribuiti in tutti gli States.
Il progetto consentirà di approfondire le dinamiche e le caratteristiche del mercato e dei consumatori americani, per calibrare meglio le prossime spedizioni, comprendere eventuali preferenze, valutare i margini di redditività e pianificare così nel migliore dei modi il futuro delle mele e delle pere italiane negli Stati Uniti.
"Se le aspettative saranno confermate - afferma il direttore di Assomela Alessandro Dalpiaz - questa esperienza consentirà di consolidare il ruolo di protagonista che l’Italia delle mele ha ormai raggiunto nell’esportazione, che interessa oltre 50 Paesi nel mondo a cui viene indirizzata ormai quasi metà della produzione nazionale. E’ chiaro a tutti il ruolo strategico delle Organizzazioni dei produttori per la ricerca e per la promozione dei prodotti su nuovi mercati, attraverso cui mitigare gli effetti del lento ma continuo regresso nei consumi e favorire così un maggiore equilibrio tra domanda ed offerta".
"Il lavoro di squadra - dichiara Simona Rubbi, responsabile Cso per l'apertura dei nuovi mercati - è un requisito indispensabile per raggiungere l'obiettivo. In questo caso, proprio attraverso un ampio coinvolgimento tecnico da parte di tutti gli operatori, siamo riusciti con successo, in questo sforzo. Ci auguriamo che il Progetto pilota possa dare i primi risultati già in questa campagna commerciale, ma ancor di più che possa essere ampliato, con condizioni meno restrittive, a partire dalla successiva".
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