Raggiunto l'accordo per il pomodoro da industria tra le organizzazioni dei produttori del Nord Italia e le industrie di trasformazione aderenti ad Aiipa (con Unionalimentari Confapi Piacenza la trattativa si era già chiusa il 5 marzo). Il prezzo per la campagna di trasformazione 2012 è stato fissato a 84 euro/tonn. Un accordo che, ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura dell'Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, “conferma e rilancia la coesione di tutta la filiera”.

 

I termini dell'accordo

L'intesa siglata a Bologna decreta la diminuzione del prezzo rispetto alla precedente campagna e la diversa modalità della valutazione qualitativa del prodotto che diventa ora più esigente.
Si allungano, inoltre, i tempi per i pagamenti e aumentano le penali di rispetto degli obblighi contrattuali per la reciproca tutela delle parti.

 

La filiera è salva

L'assessore Rabboni nell'esprimere soddisfazione sottolinea come sia stato accolto l’invito della Regione a riaprire la trattativa dopo che questa si era interrotta. "C - ha dichiarato -, dà ancora più valore a un’intesa con cui verrà evitato lo sgretolamento della filiera”.

Proprio martedì, dopo l'ennesimo nulla di fatto, Confagricoltura Piacenza nel sottolineare la tensione e le difficoltà che avevano caratterizzato gli incontri tra industriali e Op, aveva fatto presente come l'accordo fosse lontano per l'impossibilità degli agricoltori di vedersi cambiare le carte in tavola con un quadro peggiorativo nei tempi di pagamento, nei parametri qualitativi e nella definizione dei prezzi svincolati dai costi produttivi.

In base a queste riflessioni, l’assemblea dei produttori aderenti all'associazione nelle scorse settimane aveva richiesto una riduzione rispetto alla scorsa campagna, di un quarto delle superfici coltivate. La decisione delle Op era però stata quella di sospendere le semine correndo il rischio di interrompere l'intera filiera.

 

Le reazioni: 'Intesa pessima'

"Un’intesa pessima". Così la Cia -Confederazione italiana agricoltori giudica la firma dell’accordo. "Ci si augurava che, dopo il deludente accordo siglato alcuni giorni fa tra Confapi e alcune Op dell’area - fa sapere la Confederazione in una nota - la trattativa con Aiipa portasse a risultati migliori. Va, invece, constatato, purtroppo, che il prezzo concordato è addirittura minore e la scaletta qualitativa, già molto negativa, è stata ulteriormente peggiorata".
Un’intesa, quindi, che - rimarca la Cia - penalizza fortemente i produttori agricoli. "Siamo in presenza di un accordo che non riconosce affatto il giusto reddito al mondo agricolo e c’è, dunque, il fondato rischio per gli imprenditori di lavorare in perdita, con conseguenze negative sullo stesso futuro delle aziende". 

Per Coldiretti Lombardia, si tratta di 'un colpo al cuore del pomodoro italiano. Sulla produzione di un ettaro - spiega l'associazione -, gli agricoltori prenderebbero mediamente 5.600 euro a fronte di una spesa di 7.500'. 

Se come ipotizza l'organizzazione si avrà una riduzione significativa delle superfici investite, ad esserne travolto sarà un settore che conta ottomila imprenditori agricoli, centosettantotto industrie di trasformazione ed i relativi ventimila operatori.

“Una trattativa protratta ad oltranza, condotta in contemporanea su più tavoli, con il solo risultato, comune denominatore, di penalizzare gli agricoltori individuando un prezzo di riferimento, 84 euro/tonnellata, che non copre neppure i costi produttivi e la modifica, in termini peggiorativi, dei parametri qualitativi e dei tempi di pagamento”, questo il commento di Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza. “Al di là dei risultati, del tutto insoddisfacenti, va comunque riconosciuto l’impegno dell’assessore Rabboni, che ha consentito che l’intera filiera non si sgretolasse sotto il peso delle tensioni contrapposte, evitando che fossero vanificati i risultati di coesione ottenuti in anni di lavoro”.