I mercati agricoli europei vedranno una modesta crescita tra oggi e il 2020. Nel medio termine, ci si aspetta che i prezzi si mantengano stabili, grazie a fattori quali l’aumento della domanda di cibo a livello globale e l’espansione dell’industria energetica da biomasse.
Le considerazioni emergono dal rapporto pubblicato a inizio gennaio dalla Direzione generale Agricoltura della Commissione europea.

 

Esportazioni

Secondo le previsioni, le esportazioni europee saranno rafforzate in virtù di prezzi più contenuti rispetto a quelli dei partner internazionali, e questo nonostante il calo della competitività e il previsto rafforzamento della moneta unica, che avrebbero potuto, al contrario, deprimere l’export.

 

Reddito

Il reddito agricolo è destinato ad aumentare lievemente, ma più per una diminuzione del costo del lavoro che non per la crescita del reddito a livello settoriale.
Oggi, il reddito agricolo è superiore del 25% rispetto al 2000, e ci si aspetta che questa tendenza positiva continui, anche se attenuata: nel 2020 si calcola un +9% rispetto alla media del periodo 2007-2011.

La situazione, però, sarà rovesciata nei 'vecchi' e nei 'nuovi' Stati membri.
Nei Stati della 'pima ora' - compresa l’Italia - il reddito diminuirà lievemente (-3,5%), mentre nei dodici Paesi che hanno aderito all'Ue solo nell’ultimo decennio, si registrerà un significativo +35%. Una circostanza che porterà a una maggiore convergenza, visto che grazie a questo aumento, sostenuto anche dai sussidi, i nuovi Stati membri raggiungeranno all’incirca i livelli medi europei.

 

Dati nelle diverse filiere

I cereali saranno caratterizzati da condizioni di mercato rigide, stock scarsi, prezzi sopra la media a lungo termine e bassa crescita della produzione (+0,5% all’anno).

L’uso industriale dei biocarburanti trascinerà la crescita dell’olio di semi e dello zucchero da barbabietola. Allo stesso tempo, la fine dell’era delle quote per lo zucchero, provocherà la sostituzione nei cibi dello zucchero prodotto dalla barbabietola con il glucosio.

Si prevede una crescita per il settore della carne, dove la produzione aumenterà del 2,4% entro il 2020, proseguendo così il trend di ripresa dopo il declino sofferto nel 2008-2009. Buone le prospettive per pollame e maiale (+3,6% per entrambi); negative, invece, per la carne d’agnello e di manzo, che registreranno rispettivamente -7,9% e -1,3%.

Andranno bene latte e prodotti caseari: la produzione aumenterà del 7% nei prossimi sette anni, grazie alla continua espansione della domanda mondiale, quindi da un lato per l’aumento della popolazione e dall’altro per il miglioramento delle condizioni economiche a livello globale. La domanda proverrà, infatti, soprattutto dai Paesi emergenti.
Nonostante ciò, a causa dell’euro forte, la fetta europea nel mercato mondiale sarà più piccola per tutti i prodotti caseari, ad eccezione del latte in polvere.


Indicazioni sul modello di previsione

Il rapporto si basa, naturalmente, su degli assunti, a partire dai quali sono stati tracciati i prospetti.

In primis, nel ragionamento si considerano le attuali politiche dell’agricoltura e del commercio. Poi, data la congiuntura economica, è stato preso come riferimento un dato di crescita dello 0,6% per il 2012 e del 2% per gli anni successivi.

Altro assunto macroeconomico: il cambio euro/dollaro è dato in crescita, fino a un livello di 1.50 USD/EUR nel 2020.
Com’è chiaro, le conclusioni emerse cambierebbero se alcune delle premesse si rivelassero scorrette.

Nonostante l’accuratezza della ricerca, il settore agricolo è soggetto a numerose incertezze, così come i dati macroeconomici di riferimento, a maggior ragione in un momento di difficile previsione per l’economia europea del prossimo futuro.

Ecco perché, per completezza, il rapporto presenta anche scenari alternativi, considerati però meno probabili.