"E' sempre più urgente dare il via alla costituzione del Distretto del pomodoro del Sud". Lo sottolinea la Cia, Confederazione italiana agricoltori per la quale ciò rappresenta un passaggio importante per dare più forza alla filiera e reale tutela ai redditi dei produttori agricoli. 

"Questa proposta - ha detto il presidente nazionale Giuseppe Politi - era stata presentata dalla confederazione nel convegno di Foggia del gennaio scorso e aveva ricevuto l'apprezzamento della stragrande maggioranza dei rappresentanti della filiera". 

"In questi giorni - continua la Cia - l'assessore all'Agricoltura della regione Puglia Dario Stefano, in un'iniziativa promossa dai rappresentanti dell'industria e dei sindacati dei lavoratori, ha ribadito il suo interesse per il distretto. Ora occorre agire con tempestività, coinvolgendo tutte le regioni del Mezzogiorno, in modo da avere se non il distretto compiuto, almeno un tavolo promotore attivo per programmare al meglio già la prossima campagna di produzione, come da due anni avviene per il nord"

La programmazione è, infatti, necessaria, rimarca la Cia, per organizzare la filiera, accrescere la qualità e favorire redditi soddisfacenti per gli operatori. La filiera del pomodoro trasformato nel Sud, a partire dalla produzione dei pelati, è uno dei simboli identitari della qualità agricola alimentare italiana, che interessa migliaia di agricoltori e decine di stabilimenti industriali meridionali, con una forte propensione all'esportazione. 

Quest'anno, a inizio campagna, è stato fissato un limite massimo di coltivazione di circa 28mila ettari, a fronte dei 36mila della scorsa campagna, mentre le quantità individuate come limite massimo trasformabile sono state di circa 26 milioni di quintali. 

"La campagna è andata molto bene perché - conclude la Cia - questi dati sono stati rispettati, con una leggera flessione fisiologica che ha portato il totale consegnato alla trasformazione a circa 24 milioni di quintali".