I recenti episodi di dermatite nodulare contagiosa dei bovini che si sono verificati in Sardegna e poi in Lombardia hanno riacceso il dibattito sull'impiego dei vaccini per prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie infettive, fra queste la stessa dermatite nodulare.
La vaccinazione, è opportuno ricordare, è sempre uno fra i più efficaci mezzi per combattere malattie diffusive, sostenute da batteri o da virus.
Nell'utilizzo di ogni mezzo terapeutico o profilattico non manca la possibilità di effetti secondari avversi, che tuttavia non ne pregiudicano l'efficacia complessiva.
Ma non sempre la vaccinazione è possibile. Accade per talune patologie dove il vaccino risulta inefficace in quanto non induce una risposta anticorpale.
In altri casi la vaccinazione, pur se possibile, non viene praticata per consentire la delimitazione di aree indenni da un determinato patogeno.
Potrebbe infatti essere difficile o persino impossibile distinguere fra animali ammalati e animali vaccinati, presentando entrambi la presenza di anticorpi specifici.
Senza infine dimenticare i costi che le vaccinazioni possono rappresentare qualora siano necessarie su vasta scala.
Fatte queste premesse, è lecito chiedersi quali sono le principali malattie dei bovini per le quali è possibile ricorrere alla vaccinazione.
Le malattie
Diarrea virale
Nota come diarrea virale dei bovini, da cui l'acronimo Bvd (ma anche come malattia delle mucose), è una patologia purtroppo ben nota agli allevatori di bovini da latte e da carne.
La sua complessità, insieme alla difficoltà di una diagnosi certa per la presenza di sintomi non sempre univoci, la rende particolarmente subdola.
La prevenzione vaccinale è possibile ed è praticata da molti anni, ma a volte il vaccino non è in grado di assicurare una protezione fetale.
In pratica non sempre nella vacca gravida si ottiene il blocco della trasmissione del virus al feto.
Rinotracheite infettiva
Altra patologia contro la quale si può ricorrere ai vaccini, è la rinotracheite infettiva (Ibr, acronimo del suo nome inglese Infectious Bovine Rhinotracheitis).
Sostenuta da un virus della famiglia degli herpesviridae, provoca una intensa infiammazione delle mucose delle prime vie aeree.
Seguono importanti complicazioni dovute ad altri virus e batteri.
È possibile utilizzare vaccini "deleti" che consentono di distinguere gli animali vaccinati da quelli che hanno contratto il virus "selvaggio", come si definisce quello presente nell'ambiente.
L'impiego è vincolato alla presenza di piani di eradicazione.
Malattia respiratoria
La malattia respiratoria del bovino (Brd, dal termine inglese bovine respiratory disease), è una malattia che riconosce molteplici cause, anche manageriali, ma sovente la sua origine è dovuta al virus respiratorio sinciziale del bovino (Vrsb).
Sono disponibili vaccini vivi e spenti, somministrabili per varie vie, da quella intranasale a quella parenterale
In genere la vaccinazione intranasale fornisce tempi di risposta rapidi. La via parenterale non sempre offre una copertura completa.
Clostridiosi e leptospirosi
Clostridiosi e leptospirosi dei bovini sono patologie fra loro assai differenti, ma accomunate per l'essere entrambe sostenute da batteri e note da tempo.
La prima si scatena a seguito di scompensi ed errori alimentari, inducendo una proliferazione del batterio e delle sue tossine, con esiti gravi (edemi, emorragie, morte).
La seconda causa principalmente problemi a carico dell'apparto riproduttivo.
Non va dimenticato che la leptospirosi è una zoonosi, potendo interessare anche le persone. Per entrambe sono disponibili vaccini inattivati.
Mastiti
Negli allevamenti di bovini da latte la mastite rappresenta una patologia frequente con conseguenze pesanti sulla produttività.
Sostenute da batteri comuni, come streptococchi, stafilococchi e coliformi, anche le mastiti possono essere prevenute con il ricorso a vaccini.
Afta epizootica
L'afta epizootica è una malattia virale ad altissima contagiosità, da tempo scomparsa in Italia e negli altri paesi europei.
Non sarebbe necessario parlarne se non per i recenti episodi registrati in Ungheria e in Slovacchia. L'impiego del vaccino, che pure è disponibile, non è ammesso, se non in situazioni di particolare gravità e solo in seguito a valutazioni delle autorità sanitarie.
Biosicurezza
Quelle elencate sono alcune fra le patologie di maggiore interesse per il comparto bovino.
La disponibilità di vaccini per contenerne la diffusione non deve far dimenticare che lo strumento principe per garantire la salute degli animali è la prevenzione attuata con l'adozione di severe misure di biosicurezza.
Queste comprendono pulizia e igiene degli ambienti di allevamento, disinfezioni e disinfestazioni secondo schemi definiti, quarantena per i nuovi arrivi, ingressi controllati per le persone estranee all'allevamento.
Tutte condizioni ben note a chi aderisce alle procedure previste in Classyfarm.
Il vaccino dovrebbe rappresentare un'arma di "riserva", da usare in casi di particolare complessità. Una decisione che va sempre lasciata al giudizio del medico veterinario, le cui decisioni vanno seguite e osservate con fiducia.





























