Prevenire è ormai diventata la parola d'ordine anche per i nostri allevamenti di bovini da latte e le vaccinazioni ne rappresentano uno strumento cardine.

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La gamma di vaccini si arricchisce continuamente e in particolare sta destando sempre più interesse la vaccinazione per la prevenzione delle mastiti, patologia sicuramente multifattoriale, che oltre a rappresentare la voce di perdita economica più importante per l'allevamento della vacca da latte, assorbe anche la maggior parte dell'antibiotico utilizzato in azienda.

Due aspetti ampiamente conosciuti a Vincenzo Albanese, amministratore dell'allevamento Agricola 2015 in provincia di Parma (500 vacche in mungitura) e dell'azienda Fienilnuovo in provincia di Mantova (1.500 vacche in mungitura con caseificio interno per la produzione di Parmigiano Reggiano).

Il caseificio interno all'azienda Fienilnuovo. Nelle due realtà amministrate da Vincenzo Albanese la qualità del latte ha un peso considerevole
Il caseificio interno all'azienda Fienilnuovo. Nelle due realtà amministrate da Vincenzo Albanese la qualità del latte ha un peso considerevole


Obiettivi nel mirino

Signor Albanese, quando ha iniziato a vaccinare per prevenire la mastite e quali sono state le motivazioni che hanno portato a questa decisione?
"Ho iniziato circa tre anni fa all'Agricola 2015 come parte integrante di un programma di risanamento e miglioramento dei parametri qualitativi e produttivi del latte. La conta cellulare sul latte di massa era mediamente elevata, con punte tra le 400mila e le 500mila unità al millilitro, e dagli esami batteriologici eseguiti risultava una positività elevata allo Staphylococcus aureus e alla Prototheca. Naturalmente erano presenti anche patogeni ambientali come E. coli e Coliformi, che erano responsabili di un discreto numero di mastiti cliniche anche gravi. Per la Prototheca abbiamo previsto l'individuazione e l'eliminazione degli animali positivi nel più breve tempo possibile, compatibilmente con le possibilità aziendali. Per la prevenzione e il controllo delle mastiti da Staphylococcus aureus, E. coli e Coliformi si è implementato un programma vaccinale con l'unico vaccino specifico presente sul mercato".

"Nell'azienda Fienilnuovo invece - continua il nostro interlocutore - stiamo vaccinando da circa un anno e anche se le dimensioni, le problematiche, le dinamiche sono solo in parte sovrapponibili, ho ritenuto utile ripetere l'esperienza positiva avuta nella prima azienda. In questo caso quando ho deciso di iniziare, i valori della conta cellulare del latte di massa erano già nella norma e si era impostato un piano di monitoraggio con esami batteriologici a cadenza prestabilita, ovvero alla messa in asciutta, al 7° e al 22° giorno dopo il parto. Dagli screening è emersa la presenza di Staphylococcus aureus in bassa prevalenza e di ambientali come E. coli, Coliformi e Streptococcus uberis. Gli obiettivi che mi ero posto in questo caso con la vaccinazione erano soprattutto migliorativi per quanto riguarda la qualità e la quantità del latte prodotto, la riduzione del numero e della gravità delle mastiti cliniche, la diminuzione dell'utilizzo di antibiotici e il definitivo controllo dello Staph. aureus che, se pur poco presente, rappresentava sempre un potenziale pericolo".

La drastica flessione della presenza di cellule somatiche del latte di massa di uno dei due allevamenti è uno dei motivi all'origine del successo economico, sotto il profilo del rapporto costi/benefici, della vaccinazione
La drastica flessione della presenza di cellule somatiche del latte di massa di uno dei due allevamenti è uno dei motivi all'origine del successo economico, sotto il profilo del rapporto costi/benefici, della vaccinazione


Analisi costi/benefici

E quali sono stati i principali benefici che ha ottenuto con la vaccinazione, sia a livello di qualità del prodotto che a livello economico?
"Premesso che nelle nostre aziende la vaccinazione faceva parte di una serie di azioni preventive e migliorative sia del benessere che del management, posso dire che a livello economico la valutazione del costo/beneficio è sicuramente positiva e dovuta a fattori numerici molto evidenti, come ad esempio la sensibile diminuzione nel tempo del valore della conta cellulare del latte di massa nell'allevamento 'Agricola 2015', che oggi è attestato su valori inferiori alle 150mila unità/ml. Anche altri aspetti, come la drastica diminuzione delle mastiti cliniche gravi, la miglior risposta alle terapie, il minor numero delle recidive, il conseguente minor utilizzo degli antibiotici e altri elementi non così immediati, ma evidenziabili attraverso le analisi, come il controllo delle mastiti subcliniche soprattutto da Staph. aureus, hanno contribuito a giustificare ampiamente il costo e l'impegno della vaccinazione. Il tutto si concretizza nel premio latte-qualità che nella nostra realtà ha un peso considerevole".

La vaccinazione contro la mastite ha portato anche a un calo delle mastiti cliniche gravi, a una miglior risposta alle terapie, a un minor numero di recidive e dunque a un minor utilizzo di antibiotici
La vaccinazione contro la mastite ha portato anche a un calo delle mastiti cliniche gravi, a una miglior risposta alle terapie, a un minor numero di recidive e dunque a un minor utilizzo di antibiotici

Consiglierebbe l'utilizzo del vaccino contro la mastite ad altri allevatori?
"Basandomi sulla mia esperienza personale e su altre positive di mia conoscenza, consiglierei sicuramente di introdurre un piano vaccinale anche per la prevenzione della mastite, naturalmente dopo un'attenta valutazione della situazione e d'accordo con il proprio medico veterinario. Il vaccino è uno strumento in più a disposizione che va ad aggiungersi e a completare le azioni preventive per controllare la mastite e migliorare la qualità del latte. Uno strumento utile sia per affrontare in modo mirato le problematiche aziendali, ma soprattutto per puntare ad obiettivi di miglioramento".

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di Carlo Ravello