La situazione drammatica del settore ha provocato la storica mobilitazione nel mese di novembre che - sottolinea Coldiretti - ha già coinvolto circa ventimila allevatori che insieme alle principali associazioni dei consumatori (Adiconsum, Federconsumatori, Adusbef, Codacons, Movimento consumatori) hanno intercettato centinaia di camion, tir e cisterne, presidiato decine di iper e supermercati in tutte le regioni, distribuito almeno trecentomila volantini ai consumatori per spiegare i motivi della protesta.
Gli allevatori di Coldiretti chiedono che il compenso riconosciuto sia almeno commisurato ai costi di produzione che variano dai 38 ai 41 centesimi al litro secondo l’analisi ufficiale effettuata dall’Ismea in attuazione della legge 91 del luglio 2015. Inoltre - denuncia Coldiretti - l’assenza dell’indicazione chiara dell’origine del latte a lunga conservazione, ma anche di quello impiegato in yogurt, latticini e formaggi, non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero made in Italy.
"In un momento difficile per l’economia - continua Coldiretti - dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, ma anche con l’indicazione delle loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti. Non è un caso - conclude Coldiretti - che l’89% dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, secondo la consultazione pubblica online sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf dal novembre 2014 a marzo 2015".
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Fonte: Coldiretti